domenica 14 ottobre 2007

Love at the first sight...


Eh (sospiro), Giuly, Giuly...
So che intendi quando dici che a volte si avverte una certa "pesantezza", una sensazione di nullità che ti prende. Ed anche se sai benissimo che conti molto per qualcuno (come tu per me) a volte, proprio in quegli attimi, nulla vale a farti pensare l'opposto.
Pur avendo la salute, l'intelligenza, una buona famiglia (cose per niente al mondo da sottovalutare), ci si sente incompleti, senza senso. Ed a me capita anche di avvertire un certo senso di colpa per questa mia ingratitudine verso cose come queste, comunque molto importanti.
Stare bene a casa, avere una famiglia che tiene a te, degli amici che ti cercano, eppure sentirsi come se stessimo girando a vuoto per l'aia.
Prima stavo finendo di stirare, e come sempre cantavo seguendo la radio -cosa che mi rilasssssa- e mio padre mi fa "tu staas propite ben, no?". Ed io gli ho detto un SI' deciso. Gli ho detto che se sapevo prima che era quella la scelta da fare, ovvero mollare il lavoro, mi sarei risparmiata mesi di insonnia e mal di stomaco. Anche se probabilmente lo sapevo quale era la cosa a farmi stare male. Ma per i vari motivi familiari nonchè primariamente economici, cercavo di non pensare a lasciare il lavoro.
Ora però rngrazio un po' la forza che ho trovato, e l'appoggio dei miei, che mi hanno appoggiato nella scelta, pur di vedermi felice.
Che dire giuly? Ok, i tuoi probabilmente non manifesteranno il tuo amore con cioccolatini ed abbracci... Però, se mi permetti di dirti una cosa... E se mi prometti che non te ne risenti o che se te ne risenti, me lo dici... Ecco... beh... secondo me sei troppo aggressiva.
Quando vengo a trovarti i tuoi o tua sorella cercano di comunicare con te, ma tu parli solamente, con loro. Già da come ti muovi, fisicamente, manifesti chiusura; sei quasi scocciata che ti parlino, e se li lasci parlare, manifesti una certa insofferenza nell'ascoltare quello che dicono. Credo che per la testa ti passi spesso la frase "ma che ne sanno? ma cosa dici? cosa vuoi sapere tu di come sono e come sto!!!"
Questo almeno è quello che io sentivo nei confronti di mio fratello maggiore, fino a qualche mese fa. Non so da cosa nascesse, se da un pensiero inconscio, una sensazione di differenza di tattamento da parte dei miei, tra lui e me. O se dipendesse dal suo essere in forma, come mio fratello minore, mentre io sono l'unica con più forme tra i tre.
Non lo so da cosa dipendesse, certo è che da quando vado dal bioterapeuta, che scava in me, e porta alla luce cose sepolte (che nemmeno sapevo di aver lasciato sedimentare e che pensavo ormai passate), il rapporto con lui va meglio.
Io prima abbracciavo solo mia madre e mio fratello minore, non ho remore nel dirlo, ed anche con mio padre non avevo grandi slanci. Nemmeno dalle mie amiche mi lasciavo abbracciare, e se lo facevano a tradimento, stavo lì, come un pezzo di marmo.
Io li volevo quegli abbracci, li desideravo, ma non amandomi -nè per com'ero dentro, tantomeno per com'ero fuori- non sapevo nemmeno come fare. Poi, sulla mia strada incontro una persona di cui mi osno innamorata, per cui avevo davvero perso la testa. Ed è stato il primo a cui ho permesso di darmi un abbraccio, ed è una delle poche cose stupende che ricordo di lui. Tenero, rassicurante, protettivo, quello che avevo sempre cercato. E per queste cose, non mi sono pentita di averlo trovato sulla mia strada.
Da lì, mi sono slanciata anche io con le persone, provando sempre un certo imbarazzo nel farlo, ma sentendo anche un'esplosione di affetto, quando ormai ero lì attaccata...
Che ridere... Sì, mi faccio ridere, perchè al vedermi non credo si possa pensare che io abbia paura di abbracciare qualcuno. Forse ne ho perchè in un abbraccio, si anientano le difese, si diventa vulnerabili, e quindi esposti a qualche brutto tiro...no?
Probabilmente, come Giuly, questa sensazione di sentirsi inutili, nasce dal fatto che non abbiamo di certo ancora trovato la nostra strada. Probabilmente stiamo temporeggiando o lo abbiamo fatto -come nel mio caso- per il timore di avere le idee chiare. Ovvero, se uno sa ha il progetto definitivo tra le mani, deve passare poi alla sua realizzazione. Ed io credo che noi due -Giuly sto parlando proprio a te! =) - abbiamo paura di essere brave in qualcosa, ma non nel FARE qualcosa, perchè come abbiamo visto o stiamo vedendo, ne siamo capaci.
sappiamo badare alla casa, io nelle ripetizioni o nel alvoro che facevo mi hanno sempre elogiata, tu sei vista come una delle insegnanti di pc migliori, so arrangiarmi col lavoro dei miei, tu sai essere molto disponibile con i tuoi affetti familiari.
Se ci danno un compito, ci mettiamo d'impegno e lo svolgiamo al meglio, ricevendo spesso anche complimenti, che sempre ci imbarazzano.
Però, se ci fermiamo a pensare, cosa vogliamo diventare da grandi?
Qual'è il nostro sogno? Quale vorresti fosse l'incombenza giornaliera che ti può dare lo slancio alla sveglia, ogni mattina?
Credo che è questo quello a cui dobbiamo pensare... O per lo meno io...
Ho notato come, stando un pochino meglio con me stessa, anche all'università siano cambiate un pochino le cose. Tante ragazze mi si sono avvicinate per chiedere info o fare quattro chiacchiere. Mi sono detta " Che diavolo è cambiato? La mia espressione? La mia postura?". Buh, non lo so . Fatto sta che questa settimana ho fatto nuove conoscenze. In più, nello sbrigare le commissioni per mia madre, o nell'accogliere il viavai di gnete che passa per questo porto di mare che io chiamo casa, son stata più socievole, meno frettoloosa e più sincera nell'interessarmi alle loro parole.
Io e te, Giuly, abbiamo questa idea di amore a prima vista. Di amore per sempre, di amore che nasce per caso, come nei romanzi o nei film. Un ragazzo che ti nota, che segue un po' le tue orme, capisce che fai, i gusti, i movimenti, e dalle tue parole si innamora di te, fino a che si dichaira, ovviamente in modo altrettanto poetico e filmesco. Quindi, evvai che partiamo con la nostra proiezione privata: lui che ti lascia dei fiori al cancello, una lettera dove si dichiara anonimamente, un appuntamento segreto... Tutte cose stile Harmony, che noi diciamo di non amare, data la nostra timidezza, ma che probabilmente è quello che cerchiamo.
Io ho provato, da poco, a vedere una persona, per provare a me stessa di essrere come molte. una che non bada tanto alle sottigliezze, e che probabilmente a suo modo, non pensandolo direttamente, ha lasciato credere di essere disponibile. Solo che poi, sono rientrata in me!
Qualcosa non andava nella situazione, nel vedere uno così, tanto per; che comunque non ti ha detto nulla e per cui hai capito di essere la "ragazza di transizione", come io la chiamo.
E questa sarebbe quella che gli uomini in genere usano tra una storia seria, importante dalla quale solitamente escono con le ossa rotte, e la prossima fiamma, la donna che tornerà ad accendere le loro vite.
Quella di transizione permette loro di sentirsi ancora uomini, di destare il loro senso di potere nelle relazioni, trattando la poveretta di turno (più o meno accondiscendente) come una pezza da piedi, ottenendo ciò che desiderano -non mi riferisco solo al punto di vista sessuale, ma anche come dialogo-, e lasciarle poi lungo la strada.
Ho visto che, anche se ho provato ad essere una che conosce uno così, tanto per conoscere gente nuova, non ce l'ho fatta a compromettere quella che sono, pur pentendomi di avergli concesso più del dovuto. Giuly, non ti psaventare! mi riferisco a un po' di "piovrismo" non gradito e ad un bacio.
Ecco, io non ne sono capace. baciare senza provare nulla, non mi rende orgogliosa di me stessa. E quando un apersona perde il proprio rispetto... non ne esce mai nulla di buono.
Io e te, vorremmo un'amore di quelli che si trovano forse una volta nella vita; uno di quegli amori che dura nel tempo, ma non per reciproca sopportazione, ma per amore. Io so che all'inizio è passione, innamoramento, travolgimento di ogni cosa, e che poi, con l'andare del tempo si trasforma. Diventa affetto, Amore. Amore che per me significa voler bene allaltro, ma riuscire soprattutto ad amare le cose di quella persona che alle volte ci mandano "ai pazzi".
Io non so se per me esiste uan cosa del genere. Sino ad ora no. Alla fine non credo nemmenno di esseremi mai innamorata sul serio. Sì, preso delle grandi cantonate, ma ora vedo che probabilmente quelli non son mai stati amori, da parte mia, ma cose via via sempre diverse.
Desiderio di possesso, bisogno di dipendenza, affetto quasi materno... A seconda delle situazioni, sentimenti diversi, ma credo mai amore.
Come dici tu , Giulia, credo che quando troveremo l'Amore, ce ne accorgeremo. Avremo gli strumenti per riconoscerlo.
Ora però, probabilmente, dovremmo pensare a riconoscere NOI. Se non siamo in equilibrio con noi stesse, richieremmo di rovinare quello che potrebbe essere l'amore per noi. Se siamo gelose o possessive perchè non amiamo quello che abbiamo, si crea uno squilibrio, che può portare a conseguenze pesanti. Magari a litigi, dove le parole ci mettono poco a prendere il volo, e a ferire l'altro. E quando una cosa perfetta si rompe, quasi mai poi si riesce ad aggiustare.
Secondo me, nonostante il nostro desiderio di sentirci importanti per qualcuno, perchè crediamo così di sentirci poi bene, dovremmo decidere che fare di noi. Far pendere l'ago della bilancia (e questa immagiune ci sta a pennello) dalla parte positiva, per noi. Dalla parte costruttiva, interessante, benefica per noi.
E' difficile, lo so. In questi giorni c'è stata per me una crisi tremenda, che mi ha fatto ripensare ai momenti bui del passato e dalla quale pensavo di non riuscire a saltare fuori... Non volevo tornare indietro, dopo questo periodo di benessere. Invece, eccomi qui a sentirmi bene. Ok, un po' malinocnica se penso che in Amore non c'è, ma non presa male come in passato. E questo sai perchè? Perchè sono diventata meno aggressiva con la mia famiglia, meglio disposta al dialogo e pronta per una risata, anche per deridere me stessa.
Perchè una volta non provi a zittire i tuoi, o tua sorella con un abbraccio? Perchè una volta non provi a sconvolgerli?
Probabilmente rimarranno male, imbarazzati (specie se penso a tuo padre), forse ti respingeranno gurdandoti con un'espressione che dice "Abrazasi a 22 ains?"... però secondo me faresti bingo. non se lo aspettano da te che tronchi sempre i discorsi, che non lasci loro un po' di spazio per fare sì che i loro approcci alle volte critici, è vero, possano diventare rapporti più amichevoli? E poi magari dialogo tranquillo, dove non sentirti minacciata o giudicata da loro, che alla fine cercano solo di afre il tuo bene?
Io è quello che ho provato con mio fratello. Litigi forti, rispondevo a lui sempre male, anche semplicemente perchè avevo la luna storta. Farlo stare male era come una ricompensa per il mio malessere. Quando ho capito che così non era, mi sono ammorbidita un pochino. Anche se il primo abbraccio, se ci penso è stato comico. Lui tutto coccolino ed "aggrapposo", io dura, con le braccia lungo i fianchi, ch epoi lui ha provveduto a posizionare... Ih ih ih. Tipo i film dove il Lui di turno poggia casualmente la mano sul didietro di Lei, e Lei con tranquillità la sposta un po' più in su. Ecco, mio fratello uguale...

Caspita, da dove sono partita per quest'arringa? Il fatto Giuly, che mi stai molto a cuore, anzi ti voglio proprio bene. Quindi se ti dico certe cose, oppure ho la presunzione di sapere che pensi, è solo perchè voglio che tu stia meglio; e non conoscendo modo migliore, non vedendoci spesso e non potendo parlare sempre a quattr'occhi, ti scrivo...
Io spero che qualcosa ti possa aiutare a sentirti bene e soprattutto essenzaiale... Per me lo sei.

1 commento:

Giulia ha detto...

chiara chiara, che dire...grazie di tutto.
la mia famiglia non è più un problema, non li vedo praticamente mai se non la domenica e il sabato sera dunque non litigo.
troveremo il nostro amore, ce lo meritiamo.
ti voglio un mondo di bene e ti auguro sempre tanta felicità e tanto amore.
conta sempre su di me
Giulia