Grazie Jaio... Certo che la vita continua, per fortuna, io aggiungerei.
Oggi sono stata molto attiva. Dopo la faticata di ieri sera (ho fatto la pizza), stamani ho aiutato la mia mum con il lavoro ed in un'ora avevamo praticamente finito. Poi ci siamo preparate e siamo andate a fare un po' si spesa, e a pagare un po' di cosette...
Ultimamente la nostra situazione finanziaria è un po' migliorata, ma mio padre ora vuole comprare del terreno vicino al nostro, dato che il vecchio proprietario è anziano e appende il cappello di paglia "al chiodo".
Io sono contenta per quanto riguarda l'espandersi, ma sono preoccupata per quanto riguarda il lato economico. Per comperarla dovremmo accendere un piccolo mutuo, e non navigando nell'oro, questo mi spaventa. Ho sempre avuto paura dei debiti, e della povertà, ed avendo sempre "tirato a campà", il fatto di poter essere ora in una situazione economica non dico rosea, ma che ci permette di respirare, mi faceva stare bene.
Certo, il mutuo non sarebbe una cosa grandissima, però io ho paura lo stesso.
A breve faremo una riunione familiare per decidere il da farsi, perchè ci vorrà l'impegno di tutti per migliorare le cose, ottimizzare le risorse e le energie e riuscire a vivere comunque bene.
Io ho deciso di lasciare il lavoro per stare meglio, per guadagnarne in salute e capacità di concentrazione, promettendo un maggiore aiuto in casa e in campagna. Mi sembra giusto: odiavo quando i miei erano costretti a chiamare amici da fuori per farsi aiutare in cose che avremmo dovuto fare io o mio fratello, ma che non potevamo fare perchè o eravamo al lavoro o eravamo a scuola... E poi non ho trovato molto senso nell'ammazzarmi di lavoro con quegli orari assurdi, per una paga da fame, per poi ritrovarmi senza troppi risparmi, con un anno in più di università da pagare per il mio essere rimasta indietro, e con la casa (anzi la caserma) da mandare avanti perchè mia madre non è wonder woman.
Perdonate l'insieme confuso di frasi e di idee, ma questo discorso mi "accende".
L'altro giorno nel negozio di paese, ho incrociato la signora che mi aveva trovato il lavoro come cameriera. "Come stai?", mi ha detto. Le ho risposto che le feste non erano andate bene, per via del viaggio e di mio zio... Lei non mi ha nemmeno fatto le condoglianze (non che le pretendessi, sia chiaro) e mi ha subito detto "La titolare è rimasta male che tu a natale non sei venuta". Io le ho detto che non vado più, che a natale non potevo, e che poi è successo quello che è successo. Le ho detto che non vado perchè non so dire di no, e che è sicuro che da un giorno, poi mi ritrovo là sempre. Lei mi dice "Ma no, se le dicevi che potevi solo un giorno, lei avrebbe capito".
Per esperienza, so che non sarebbe stato così; so che avrebbe fatto dell'ironia alle mie spalle, e non volendo dare a nessuno argomentazioni per parlare o meno alle mie spalle, ho deciso di chiudere.
Contando poi il fatto che a fare ripetizioni (da seduta) prendo più che servire ai tavoli, pulire, portare dentro legna per la stufa, scopare il giardino, ecc..., mi tengo le ripetizioni. Anche perchè mi sento più appagata e soddisfatta.
Preferisco dare una mano ai miei che ormai, seppur molto giovanili, si avvicinano alla cinquantina, e che vedo avere sempre più bisogno di una mano. Alla fine i soldi che ricava l'azienda, sono quelli con cui io vivo, per questo cerco di impegnarmi ancora di più per la nostra piccola azienda e la casa, senza dimenticare lo studio.
Lo so che non mi dovrebbero fregare le parole di quella che lavoarava con me, ma è da due gorni che ci penso. Che penso al fatto che mi sento sempre di dovere delle spiegazioni; che, seppur provando un moto di ribellione dentro di me, la mia parte da "ubbidiente-brava-ragazza" esce all'improvviso e assolve il suo compito...
In-spiiira... E-spiii-ra... Ok, ora va meglio.
Finalmente ho ripreso a scrivere, ed era per me la cosa importante.
Ora scappo che devo sbrigare delle cosette. See you soon!
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