martedì 13 aprile 2010

La parabola della vita...



Sono a casa stasera, appena tornata dalla riunione del comitato sagra. I miei non ci sono e avevo lasciato detto a mio fratello maggiore che mettesse a letto mia nonna, al momento opportuno.

Non sta male, ma ha un po' di problemi con le gambe e non si sente salda e sicura su quelle ginocchia che, come le ha detto il dottore, "non è che sono malate, ma hanno lavorato troppo".
Tornata a casa, mi sono infuriata davvedro perchè mia nonna ha aspettato me per andare a letto e mio fratello non ha fatto una piega.
Non so che mi è preso... Ero proprio arabbiata perchè alla fine certe mansioni toccano sempre a me. Non metto mia nonna tra le "mansioni da svolgere", perchè alla fine io lo facico con piacere e perchè, anche se a volte mi fa davvero diventare matta, io le voglio super bene.
Intendo che di tutte le cose da fare, alla fine toccano sempre a me, e di questo forse Giulia ne sa qualcosa.
Beh, ora sono qui davanti al pc che piango. Come una stupida sì.
Perchè accompagnandola al bagno e mettendola a letto, mi sono accorta di quanto fosse fragile. Prima di coricarsi poi, si è avvicinata al mobile con specchiera, dove tiene la foto di mio nonno da giovane. L'ha presa in mano e avvicinandola per baciarla ha detto, in friulano "Buinegnòt Bepùt (buonanotte giuseppe in tono vezzeggiativo)"; poi si è fatta il segno della croce toccando l'acquasantiera che ha sempre lì e toccando la foto di una sua nipote-amica di poco più giovane che due anni fa è morta in pochissimo tempo, e per cui lei è rimasta molto male.
Le ho rimboccato le coperte e lì, sotto quelle copertone vecchio stile, quelle pesanti che da piccola imprigionavano me e mio fratello maggiore quando dormivamo con lei, proprio lì, l'ho vista fragile.
In un secondo ho visto la figura forte e tenace di mia nonna, ciò che lei è stata, la donna che, rimasta vedova con un figlio di 16 anni ha portato avanti l'azienda agricola, ha cresciuto suo figlio e il nipote (dato che la cognata è morta di parto e prima di partorire, nemmeno se lo sentisse, le ha fatto promettere che si sarebbe occupata del nascituro se a lei fosse accaduto qualcosa... come poi è stato... Ho visto la donna che ha vissuto la fratellanza con vero dolore, dato che suo fratello ha fatto di tutto per vivere sulle spalle degli altri. Quando mi racconta delle differenze che sua madre, la mia bisnonna, faceva tra lei e suo fratello, mi fa male il cuore. Lui arrivava a mezzogiorno con la tela comprata e la dava a mia nonna, pretendendo che per il giorno dopo la camicia fosse fatta e finita. Lei stava su anche la notte per terminarla, e mi dice sempre "Il difficile erano le asole!!!!".

Beh avrei mille storie da raccontare su di lei, su quanto lei abbia amato mio nonn di 12 anni più vecchio, amore che lei ha aspettato fino a 38 anni per poi sposarlo, anche se rimasta vedova dopo poco. Lei mi dice sempre che mio nonno l'ha sempre amata, che non le ha mai detto "stupida" nemmeno per scherzo, che quando le scriveva dei bigliettini per posta, li avvolgeva in un altro foglio perchè temeva che si potessero leggere mettendole controluce.
Ecco... In un secondo ho visto mia nonna, la sua grandezza in una donna che si fa fisicamente sempre più piccola.
E sono qui a piangere perchè troppe volte abbiamo discusso, perchè cerco di spiegarle le cose, ma come tutte le persone anziane, non accetta i consigli e prende tutto sul personale.
Io rivoglio la mia nonna, quella che prima quando la stavo mettendo a letto era tranquilla e mi parlava di quando mio padre era piccolo, di quando neonato, mio nonno glielo portava dalla culla al letto per farlo mangiare. Mio nonno lo pesava prima e dopo per vedere se aveva mangiato abbastanza.. Mi fa sorridere questa immagine!

Io ho paura. Sì.
Ho paura di quella cosa che me la potrebbe portare via. Anche se discutiamo. Anche se a volte io le devo dire le cose 100 volte perchè non se le ricorda dopo un nanosecondo.
Quella cosa che è la fine della parabola della vita. Non riesco nemmeno a nominarla. Non è che sta per accadere. Ma l'idea mi fa stare male. Perchè vorrei potesse essere eterna.
Vorrei avere il tempo di scrivere, registrare e custodire gelosamente tutto quello che sa, che ha visto, sentito, provato.
Perchè sento questo strappo dentro? Questa lacerazione?

Prima di scendere giù le ho fatto una carezza e mi è uscita una frase semplice, che di solito qui in Friuli si usa per manifestare la tenerezza verso i bambini, dicendo "Bièl, lui" (bello, lui!)" o "Bièle, jè" (bella, lei!)accompaganto da un buffetto o da una carezza.
Mi sono accorta di quanto bisogno abbia di una carezza, di un bacino. Mi sono accorta che è da anni che non gliene dò, se non per auguri o che. con l'adolescenza lei ha smesso di darmene ed io pure.
E' stato triste prenderne coscienza.
Però mi è servito per recuperare la voglia di farlo.

Non so perchè ho così paura di una cosa naturale. Forse perchè so di non aver fatto sempre tutto ciò che potevo, perchè a volte mi arrabbio con le sue richieste insistenti e il suo non riuscire a controllarsi nel voler prendere visione di tutto ciò che accade in casa nostra. Dimentico che lei ha sempre avuto le redini della casa come mamma, donna di casa, agricoltrice diretta, donna in tutte le sue forme.
Mi dimentico che è l'età a prlare, e che se io la rendo tranquilla e non pretendo che comprenda tutto ciò che vorrei, stiamo meglio. Lei è serena se faccio subito ciò che mi chiede, e devo ricordarmi che l'impazienza fa parte delle persone anziane e dell'avanzare dell'età.
Devo imparare a comprenderla. A comprendere i quasi 90 anni di vita dura che ha sulle spalle. Devo prendere esempio dalla sua forza d'animo e augurarmi che quando sarò vecchia, se lo sarò, ci sia anche solo un/a nipote che una sera, mettendomi a dormire, aspetti me, per farmi una carezza.

2 commenti:

Anonimo ha detto...

Chiara, i soi al numero verde ed i vai come no sai ce....oh mamme me....ce biel post. Grasie di velu scrit. I sai perfettamenti ce che tu as provat. Ti voi tant ben.
Giulia

Kylie ha detto...

Un bellissimo post.
Quello che temo io è di rimanere da sola da vecchia.