venerdì 3 dicembre 2010

Lo que me espanta...

Turbinio di pensieri.
Non sempre positivi. Anzi.
Spesso distruttivi. All'insegna del nero.
Non so cosa devo fare.
Forse andarmene, cercare una mia stabilità.
Ma so che i cattivi pensieri mi seguirebbero ovunque.

Voglia di piangere. Di uscire in strada, urlare, correndo a perdifiato.
Desiderio di un abbraccio rassicurante che mi alleggerisca del peso che sento.
Bisogno di sentirmi importante... non per qualcuno... ma per me.
Bisogno di "vedermi".

giovedì 4 novembre 2010

Il cucchiaino

Il cucchiaino
(Bruno Ferrero, Il segreto dei pesci rossi)
Una vecchietta serena, sul letto d'ospedale, parlava con il parroco che era venuto a visitarla.
"Il Signore mi ha donato una vita bellissima. Sono pronta a partire".
"Lo so" mormorò il parroco.
"C'è una cosa che desidero. Quando mi seppelliranno voglio avere un cucchiaino in mano".
"Un cucchiaino?". Il buon parroco si mostrò autenticamente sorpreso. "Perché vuoi essere sepolta con un cucchiaino in mano?".
"Mi è sempre piaciuto partecipare ai pranzi e alla cene delle feste in parrocchia. Quando arrivavo al mio posto guardavo subito se c'era il cucchiaino vicino al piatto. Sa che cosa voleva dire? Che alla fine sarebbero arrivati il dolce o il gelato".
"E allora?".
"Significava che il meglio arrivava alla fine! E proprio questo che voglio dire al mio funerale. Quando passeranno vicino alla mia bara si chiederanno: Perché quel cucchiaino? Voglio che lei risponda che io ho il cucchiaino perché sta arrivando il meglio".

martedì 12 ottobre 2010

8 ottobre 2010... Stadio Olimpico... Roma

Mio fratello, tramite RDS, ha vinto 2 biglietti per l'ultima tappa del "360° tour" degli U2 e mi ha dato i biglietti...
Non potete capire quanto bello si stato...
Sono tornata ieri dai miei parenti di Latina, e sono ancora tutta emozionata a tal punot da non aver la lucidità di scrivere tutto, ma appena riesco, lo faccio.

sabato 2 ottobre 2010

I wanna be wawed...

Vorrei poter essere ciò che c'è nei miei pensieri.
Non riesco a mantenere la mia felicità.
Ieri lo ero. Oggi colo a picco.

Ancora tutta dolorante per l'allenamento, e pe la piscina del giorno dopo che mi ha visto passare nel corso avanzato, una bella giornata con il mio moroso, la sera con Giulia e Bepi...
Però oggi nulla è rimasto.
E questo mi spaventa... Se basta così poco...

C'è un pezzo che mi manca... E non lo trovo...

mercoledì 29 settembre 2010

Una buona giornata...

Oggi direi che posso star contenta...
Passato un esame molto ostico per tutti, dove ci sono miei colleghi che lo rifanno anche sei volte, ed io per fortuna lo passato alla terza con un voto che, considerando il tipo di professore, è buono, anche perchè mi ha dato 3 punti sui 4 circa disponibili!

Oggi sono anche molto emozionata perchè domani sera riprenderò gli allenamenti... Penso al fatto che sono passati quasi 10 anni da quella volta...
Ma forse è ora di affrontare i vecchi fantasmi e di rimettermi alla prova, oltre che in forma.
Se penso che i chili in più che ho, sono proprio a causa di questo, mi sento molto stupida. In vita possiamo avere solo un corpo, ed io l'ho trascurato anche a causa di questo decennio passato lentamente, ma che mi fa sentire ancora come 10 anni fa...
Scusate le frasi un po' sconclusionate, ma sono in preda ad un turbinio di emozioni.
Il mio amico, e allenatore, mi ha proposto intanto di andare ad allenarmi nella sua squadra... di minor livello rispetto a quella in cui giocvo, ma non posso pretendere nulla... solo chinare il capo e metterci del mio, con tutta la passione che ho e che in questi 10 nni non mi ha abbandonato...
Poter toccare di nuovo un pallone da pallavolo è per me un desiderio che si avvera.
Avrei potuto farlo prima, certo, m non ero pronta, ora lo so.
La voglia era tanta, ma non mi sentivo abbastanza forte.
Ed ora so che, se lo vedessi, avrei la forza di affrontare quella persona che tanto male mi ha fatto.
No time to regrets.
Voglio guardare avanti e pensare che un posticino per me esiste, e che se le cose stanno andando così, significa che prima o poi il cerchio si doveva chiudere.
Non sarà facile, lo so; ma ho la voglia di impegnarmi.
Per dimostarre a me stessa che sono più forte, per dimostrare a quella persona che in un attimo ha rovinato quella che era la mia esistenza, che si può rinascere dalle proprie ceneri, come una fenice.
C'è chi ci mette un mese, chi un anno, chi dieci come me, e che anche chi non ci riuscirà mai.
Ma questa per me, è la mia occasione di guardare avanti, e smetterla di fissare a terra la punta delle mie scarpe.

domenica 12 settembre 2010

Si può?

Si può arrivare ad invidiare le persone anoressiche?
Persone malate, quindi?

mercoledì 18 agosto 2010

Aforisma...

Dubita che le stelle siano fuoco, dubita che il sole si muova, dubita che la verità sia mentitrice, ma non dubitare mai del mio amore.

_William Shakespeare_

mercoledì 11 agosto 2010

What a surprise...



Tornare da una settimana di lavoro...
E trovare una sorpresa per il compleanno. Un regalo che non ti aspetti.
E che perfetto così, non lo avresi mai pensato.

Aspettarti un libro, e trovare un anello.
Non "quell"'anello, perchè odio le etichette, ma un segno forte che mi fa essere ancora più orgogliosa di lui.
Io non ci pensavo nemmeno e la sorpresa è stata forte.

Cena io e lui, con i miei occhi gonfi ed il naso rosso... Bièle propite! =)

Sono contenta.
Nonostante la crisi del raggiungimento del quarto di secolo, dello studio, della vita non ancora stabile.

Ho ancora molto da rincorrere.
Ma posso dire di essere felice della e per la persona che mi sta vicino.
Non dico cose "filmesche", nonostante io sia una di quelle cresciute a pane, romanzi e film d'amore... Ma avete capito...

Looove, looove, looove, tan tan-ta-ta... come cantavano i Beatles...

Nulla vale quanto l'amore, per qualsiasi cosa... Che duri un minuto, un giorno od una vita.

lunedì 26 luglio 2010

Portarsi dietro il passato...

L'incapacità, o meglio la non volontà della mente umana di lasciar andare il passato, è illustrata magnificamente nella storia dei due monaci zen, Tanzan ed Ekido, che stavano camminando lungo una strada molto fangosa dopo una forte pioggia. Vicino ad un villaggio, incontrarono una giovane donna che cercava di attraversare la strada, ma c'era così tanto fango che avrebbe rovinato il kimono di seta che indossava. Tanzan senza esitazione la prese in braccio e la portò dall'altra parte.
I monaci proseguirono in silenzio. Cinque ore dopo, nelle vicinanze del tempio che li avrebbe ospitati, Ekido non fu più capace di trattenersi. "Perchè hai portato quella ragazza al di là della strada?" chiese. "Si suppone che noi monaci non facciamo cose simili."
"Ho deposto la ragazza a terra ore fa" disse Tanzan. "Tu la stai ancora portando?"

Immaginate ora che vita farebbe qualcuno che vivesse come Ekido tutto il tempo, non essendo in grado o non volendo lasciar andare interamente le situazioni.

Che pesante fardello di passato si porta in giro nella mente!

Tratto da "Un Nuovo Mondo", Eckhart Tolle, pp. 120-121.

sabato 24 luglio 2010

Wind of change...



Quando decidiamo di vivere realmente, il mondo intorno cambia.
Le cose sono più luminose, i volti più sorridenti, si notano aspetti della vita che prima rimanevano nascosti.
Io spero di aver squarciato il mio velo di Maya, di aver almeno creato una fenditura in quella tela davanti agli occhi che non mi lasciava vedere.
Spesso quando si decide di cambiare, il nostro essere richiama alla mente quei pensieri insani che ci fanno male, quasi volessero impedire l’incamminarci verso una nuova vita.
Tra pochi giorni compirò 25 anni, e tutto mi è stato chiaro.
Non voglio continuare a non vivere, a stare ferma sulla stessa mattonella per impedirmi di scegliere, e perciò di sbagliare.
Gli errori devono essere tali: esperienze da cui imparare, e non colpe, per cui non c’è riscatto.
Il passato è passato. Non posso continuare a vivere con lo sguardo volto all’indietro.
Bisogna mettere un punto a tutto. Ai pensieri negativi in primis.
Oggi mi sono stati fatti i complimenti, e mentre una volta avrei reagito nasconsendomi dalla vergogna e dall’imbarazzo, oggi li ho accettati, e mi hanno fatto un gran bene.
Mi hanno fatto vedere che in me del bello c’è, qualcosa di cui gioire, anche se la prima reazione della mia mente è stata quella di mettere in discussione il complimento. Ma si sa, nessun cambiamento è semplice.
Sentirsi bene.
E’ una sensazione strana che non provavo da tempo, e dopo oggi, ho capito almeno qualcosina di quello di cui ho bisogno.
Ci vorrà molto impegno, ma credo di potercela fare.
Siamo venuti qui per vivere, e se sprechiamo tempo nell’inedia, nel girovagare in penseri poco costruttivi, se ci perdiamo in rabbia, invidia, tristezza, paura, le cose non cambieranno mai.
Certi, i momenti no esistono per tutti, e vanno vissuti per come sono.
Non reprimendoli, perchè prima o poi ritornano, trasformati forse in qualcosa di peggio.
Meglio accettarli, sentirli –come un fidato amico mi ha consigliato- e sbriciolare la paura della paura.
Un cammino duro, ma che devo intraprendere.

martedì 20 luglio 2010

Un nuovo mondo...



E' il libro di Eckhart Tolle, consigliatomi dalla prof.
Vi aprirà un mondo.
Vi farà rinascere.

Buona lettura.

mercoledì 30 giugno 2010

Manca poco...



Pernso al mio essere egoico.
Sabato non sarà il mio giorno, io sarò solo una testimone.
Però mi prende l'ansia. E' una settimana che non dormo, faccio incubi (tipo arrivare in ritardo, non trovare la casa della sposa, ecc...) e mi sveglio più stanca della sera prima.

Ho paura.
Paura che mi torni l'attacco di panico.
E non poter uscire, dato che son la testimone. Non è che posso andarmene e dire "Scusate un attimo, esco un momentino"....
E devo anche leggere...

Devo cambiare.
Se no sarà così per sempre.

Ed è solo un matrimonio, nemmeno mio.

martedì 22 giugno 2010

My own point of view...



Dagli appunti della mia professoressa:
"To regenerate life you have to kill something inside yourself, and you have to abandon the old, in order to renew yourself, otherwise your land becames sterile and infertile". (Per rigenerare la vita devi uccidere, estirpare qualcosa dentro te, e devi abbandonare il vecchio per rinnovare te stesso, altrimenti la tua "terra" diventa sterile, non fertile).

Lo so.
Ma mi è difficile lasciare la strada vecchia per la nuova, anche se so che sarebbe meglio.
Dovrei prendere spunto dalla mia amica Giulia, che da lunedì ha iniziato una nuova fase della sua vita.

Dovrei essere più centrata sul qui ed ora, invece che proiettarmi sempre sul passato e sul futuro.

Breath, Chiara, breath!!!

lunedì 21 giugno 2010

Una realtà da reinventare...



Non è andata.
Ed oltre al senso di fallimento, mi viene da chiedermi se non sia il caso di lasciare tutto e ripartire da zero.
Tirare una bella linea di netto, come i commercianti di una volta, quando a fine nota spese, dovevano fare i conti.

Se non quadrano, qualche errore c'è o c'è stato.
E di solito, la maestra, lo evidenziava in rosso.

Per me, però, non c'è nessuna matita rossa a disposizione.
Vago in queste giornate con la perenne sensazione di sbagliare qualcosa, senza capire realmente cosa.

E' difficile andare avanti.
Ed indietro non si può tornare.
Come sempre, più cerco di fare, e meno risolvo.
Percè prendo troppe cose tutte insieme.
so che non lo dovrei fare, che nelle sabbie mobili più ti muovi e peggio è.
Ma non posso nemmeno continuare a stare ferma nel pasato.
A farmi tormentare, a non-vivere per le mille paure che mi crea la mia seppur quieta esistenza.

Oggi mi sono resa conto che non basto.
E che non basta ciò che faccio.
Non basta l'impegno che ci ho messo, nè la volontà.

Un famoso trio diceva "Si può dare di più", come dicono le professoresse ai colloqui con i genitori di ragazzi intelligenti, ma poco portati all'applicarsi.

Io so solo che non ne posso più.
Che il cerchio che si stringe intorno a me, mi fa soffocare.

Credo di aver bisogno di tempo (anche se non dovrei proprio chiedrne altro), lontananza e pace.

sabato 19 giugno 2010

Cento poesie d'amore...

N° 83
Il tempo non è letto, nè la terra è sonno.
Gli alberi dell'amore sono spogli
e il luogo dorme come ha voluto l'amore,
senza coltri.
Chissà se la notte ha risvegliato i propri sogni;
ora corrono nella vita del sole.
Penso che questi astri che sbadigliano nell'orbita dell'amore
altro non siano che ferite sulla terra.
Canterò per questo luogo illuminato
dalle spoglie degli amanti che mi hanno preceduto,
questa esistenza non è che uno spazio per il canto.


_Adonis_

The Starlight Night

Look at the stars! Look, look up at the skies!
O look at all the fire-folk sitting in the air!
The Bright boroughs, the circle-citadels there!
Down in dim woods the diamond delves! The elves'-eyes
The grey lawns cold where gold, where quickgold lies!
Wind-beat whitebeam! Airy abeles set on a flare!
Flake-doves sent floating forth at a farmyard scare!--
Ah well! It is all a purchase, all is a prize.
Buy then! Bid then! - What? - Prayer, patience, alms, vows.
Look, look: a May-mess, like on orchard boughs!
Look! March-boom, like on mealed-with-yellow sallows!
These are indeed the barn; withindoors house
The shocks. This piece-bright paling shuts the spouse
Christ home, Christ and his mother and all his hallows.

Gerard Manley Hopkins

Per voi...




Una sola parola: LEGGETELO!!!

venerdì 18 giugno 2010

Il matrimonio...

Al matrimonio di sabato, il parroco ha detto questa frase, che mi ha colpito un sacco:

"Il matrimoni al’è un grop, se la muârt no lu disfâs; ma se lu demoni al jentre, no je plui la pâs" (Il matrimonio è un nodo, se la morte non lo scioglie; ma se il demonio vi entra, non c'è più pace).

mercoledì 16 giugno 2010

Perchè lo fai?

"...perché ti fai
perché ti fai del male, perché ce l'hai con te
perché lo fai e il domani diventa mai
per te, per me, per noi"

_Marco Masini_ _Perchè lo fai_

mercoledì 2 giugno 2010

Una volta nella vita...



E' tutto il giorno che spadello, preparo, lavo, mondo, tagliuzzo, affetto, decòro.
Sto preparando il buffet per domani. Abbiamo invitato una ventina di persone.
Perchè?????

Perchè domani la mia cara nonna compie 90 anni!!!
Eeeeeh, sì.
Sono orgogliosissima di lei, anche se a volte litighiamo. Normale convivenza, io direi.

E' tutto il giorno che mi dice "Ma non fare troppe cose, non ti disturbare, ma no, ma no".
Io le ho detto che lo faccio volentieri, e poi quando ha visto le due torte che ho fatto, è stata contentissima!
Le ho fatto la torta con pan di spagna, crema pasticcera al limone, fragole e gelatina, tutto fatto in casa. Domani metterò la panna e sarà completa!

Che bello, sono proprio contenta.
Se c'è una cosa che so fare, è cucinare, e allestire cose di questo genere.
Adoro!

lunedì 31 maggio 2010

Am I a ... ?



Sciopero.
Di parole e idee.
Non vale a nulla sbraitare anche se fatto sui tasti di un pc.
Rimane tutot uguale.

E mi chiedo cosa stia facendo.
Se non sia ora di decidere per una strada diversa, dato che questa non porta frutto.

Forse ho solo bisogno di andarmene via.
Per un po'.
Basta poco, ma devo capire cosa voglio essere "da grande".
Ora in me c'è solo tanta confusione, delusione perchè non potrò insegnare, come era nei miei progetti. Primo perchè ancora non ho finito, secono perchè con questo modno scolastico, prima che tocchi a me, avrò come minimo il doppio degli anni che ho ora.

Quando vedo come va il mondo, mi viene voglia di tornar bambina, quando il mio unico pensiero era scegliere a cosa avrei giocato quel giorno.

martedì 25 maggio 2010

Non cambierà mai nulla...



..."Quando ho aperto gli occhi stamattina il mio pensiero è stato "Milla oggi ti laurei!". Quattro parole che insieme mi hanno dato una scarica di adrenalina e di felicità purissima."
(Voglio un mondo rosa shokking, R. Canevari-V. Fiume, Newton Compton ed.)

Arrivo a cena, e tra i vari discorsi, parliamo di una mia vicina di casa che deve lasciare il lavoro perchè il suo datore le ha detto che "costa troppo".
E da lì arriva la frase "Perchè non chiedi a quella tua amica di università -che ha 40 anni, lavora e ha iniziato l'università da 3 anni) se ti possono assumere?". Se no "potresti cercarti un lavoro".

Ed io mi sono irrigidita.
non so perchè.
Anzi lo so.
Per il continuo senso di frustrazione che provo. Per essere andata a lavorare nel ristorante, principalmente per volontà loro, per dar loro una mano e mettere a tacere il mio eterno e costante senso di colpa. Perchè mi vedevo come una che succhia soldi andando all'università, non una che sta cercando di costruirsi un futuro con la conoscenza, con buoni voti che ho, e con la grinta del primo anno.
No.
Quel cazzo di lavoro che doveva essere solo il sabato e domenica, è diventato un "Dai, per favore, vieni anche il Venerdì". E poi "senti, giovesì avremmo bisogno di più camerieri per una cena importante". Per poi diventare un sempre, giorni di chiusura esclusi.
E mi sentivo orgogliosa di dargli una mano, di portare a casa bei soldi la domenica sera, anzi il lunedì mattina dato che erano sempre le 2 o le 3.
E cosa mi è rimasto?
Nulla.
Speso per ordine.
Per una cosa o per l'altra. Per un imprevisto o per l'altro. Ciò che portavo a casa finiva costantemente entro la settimana successiva.
Io ero contenta, ho preso la mia scassata y10 di seconda mano pagandone la metà,l'ho mantenuta, ho pagato le mie rate dell'università fino a che ho lavorato... Insomma, ero orgogliosa.

Il lato negativo, era che non avevo energie per studiare.
Se potessi tornare indietro, cercherei qualcos'altro, di meno invasivo. Non perchè io non abbia voglia di lavorare. Anche perchè al ristorante ero il mulo di turno.
Ma perchè riconsidererei le mie priorità, e vorrei che chi mi è vicino, mi dicesse che sto sbagliando, che sto trascurando la mia priorità.
Io ai ragazzi del gruppo giovani che abbiamo qui in paese, e che inizieranno l'università o che sono al primo anno, lo dico. Gli racconto la mia esperienza, il mio rancore nell'essere ancora qui nella Triennale.
Di lavorare sì, perchè è giusto, ma non di perdere di vista l'obiettivo.

Quando mi chiedono quando mi laureo, muoio un po' dentro. Di vergogna. Di frustrazione. Di senso di colpa pee non aver ancora finito.
E non perchè io non ne abbia le capacità. anzi, la mia media è buonissima e credo di esserci portata.
Ma perchè non ho fiducia in me, ho perso un sacco di tempo a rimettermi "insieme", e capire cosa voglio.
Ecco, ora mi è chiaro.
Mi sono sentita sola.
Non ho lasciato entrare nessuno in me, così ho fatto pasticci.

E stasera sentirmi dire se non sia il caso di trovarmi un lvoro per l'estate, mi ha ammazzato.
Non so perchè.
Mi sono sentita sconfitta.
Sfiduciata.
Ho solo una gran voglia di piangere e non posso nemmeno farlo perchè stando qui in sala prima o poi qualcuno passa.

Certo, potrei tornare a fare la cameriera, o la banconiera in un pub, ma sarebbe la stessa storia. Orari fino alle 3 e la mattina rincoglionita.

Credo che dovrei solo andarmene. Finire, e andarmene.
All'estero, lontano da tutto ciò che mi trattiene qui.
Mi spaventa, ma forse è la paura del dover stare sola.

Con ciò non voglio denigrare gli sforzi fatti dai miei, anzi.
Dico solo che forse non sono stati così lungimiranti come io li vedevo.
Non hanno pensato al poi.
Figurarsi che ho sempre lavorato dai 16 anni: prima come banconiera nella latteria qui vicino a casa, poi come cameriera.
E sempre a nero.
Ergo.
Risulta che non ho MAI alzato un dito in vita mia.
Cazzo! Io non ero probabilmente cosciente di ciò, ma i genitori non dovrebbero tutelare i figli?
Mi ritrovo a quasi 25, con partenza da ZE-RO.

Se poi mi confronti con coetanei o persone più giovani di me che hanno già fatto Erasmus, girato il mondo ecc ecc..
Che diamine mi metto a fare?

Quando al primo anno avrei avuto la possibilità di andare in Erasmus, non ho fatto la domanda pechè sapevo che avrei dovuto chiedere soldi ai miei.

Perchè sono così idiota???
Perchè non l'ho pensato come mia crescita e non solo come una mèra uscita di finanze?

Faccio ripetizioni. Eh, ma a 8 euro l'ora perchè li conosco e so che il padre è finito in cassa integrazione e mi sentirei una m***a a chiederne 10, che qui in giro è il minimo.
Faccio la baby-sitter, sempre a 8 euro all'ora perchè i genitori non ce la fanno.

Mi sento uno schifo.
Inutile.
E domani ho un esame.

L'unica cosa che vorrei fare è partire.
Smetterla di sentirmi sempre in difetto, sempre allsa rincorsa di qualcosa che non sono, perchè questi ultimi 10 anni mi hanno segnata.
Mi hanno cambiata.
E non lo voglio ammettere.
Così mi ritrovo sfalsata.
Una me ed una percezione/ricordo di me che non combaciano.
Sono stanca.

Di me.
Di combattere con me e con gli altri per difendermi.
Dal giudizio, dal senso di colpa, dai ricordi.

Ciclicamente tornano.
Simbolo di un dolore che non è passto.

Vedo gli altri realizzarsi -leggi, mio fratello e a altri amici- mentre io rimango qui. Con i piedi sulla stessa piastrella del pavimento, quasi a scusarmi di esserci.
Quasi come se volessi passare inosservata.
Quasi come se volessi arrecare meno disturbo possibile.
Quasi a volermi annullare, per non far parlare di me.

Mi sento frustrata.
Un corpo che non è il mio.
Una vita che non è la mia.
Una mente che ormai è lontana, troppo lontana dalla "me" che ero.

domenica 16 maggio 2010

Discriminazione...



So che forse qualcuno non lo riterrà giusto come termine, ma ogni giorno ne vedo un po'.
Dal colore della pelle, allo stile di vita, persino ai vestiti nei negozi, fino ad arrivare allo sguardo delle commesse.
Perchè, un corpo che quarant'anni fa era ritenuto in salute, bello, rigoglioso, genuino, morbido, con connotazioni positive perchè indicava un buon partito per una futura moglie o madre, ora viene messo al bando?
Chi ha qualche chilo in più (rispetto a chi poi???), vive gni giorno la discriminazione.
Sono d'accordo sul fatto che il troppo stroppia, e che quindi bisogna tenere sotto controllo il proprio IBM (l'indice di massa grassa nel corpo), ma perchè per le persone più in carne si devono creare delle collezioni e dei marchi a parte? E perchè questi abiti dvono costare il 20-30% in più di una marca "normale"???

Sto andando alla ricerca di un abito per 3 matrimoni -il vestito sarà lo stesso, le persone che parteciperanno invece no- e colgo negli sguardi delle commesse quel fastidio nel dover "lavorare" per me.
Nemmeno in un negozio di abiti da sposa e da cerimonia mi sono trovata bene.
La commessa imbattibile è quella del negozio di Fiorella Rubino. Quando mi vede, sa già cosa darmi, e coglie sempre il mio gusto e lo stile che voglio.
Mi fa osare, mi fa sentire bella e NORMALE.

Non mi fa sentire a disagio, aiuta a nascondere ciò che io voglio non si veda e mi fa "mostrare" anche quello che io penso che dovrei nascondere, e che invece noto riscuotere successo. =)

Ecco, le donne dovrebbero potersi sentire bene sempre.
Trovare le proprie taglie sempre, e non sentirsi escluse. Ghettizzate per avere il dono delle fomre.

La settimana scorsa ho accompagnato un'amica a fare delle spese giusto oltre confine, in Austria.
Con mia sorpresa, la mia taglia era di due o tre in meno rispetto a quelle italiane. La commessa mi ha spiegato che lì le taglie sono quelle europee.

E mi sono chiesta, Italia capitale della moda, o di falsi dettami di magrezza?

venerdì 14 maggio 2010

Se questo non è amore...



E poi mi arriva un sms dal mio lui, "Aspettami fuori dalla porta".
Poi lo vedo arrivare con una mega rosa rossa per me.
"Perchè non puoi farmi regali solo tu".
Ed è stata una sorpresa bellissima.
Non so se scaturito dalla serata di ieri.
Ovviamente io in lacrime.
E Lui che mi stringe forte, ridendo quando gli dico che dal messaggio pensavo mi volesse lasciare.
Certo che non ho capito un piffero di come va il mondo.
Ci si affanna, e la risposta è sotto il naso.
Forse sarà meglio ascoltare Jaio (Vedi tra gli amici qui in alto a destra).

Nada te espante, nada te turbe...



Per me è impossibile.
Dopo ieri sera, specialmente, la mia vista è stata attraversata da un flash.
E lì ho realmente capito come le persone mi vedono.
Ed avrei voluto scappare da quella stanza dove stavamo festeggiando un compleanno.
Quel gesto, con le mani davanti ai pettorali, ad indicare il mio seno grosso, mi ha fatto sentire male.
Ok, la person che ha fatto scherzava.
Ma io non son riuscita a prenderlo come uno scherzo. Ci sono rimasta male.
Ha colto nel vivo. E mi ha cambiato la serata.
Sarei andata benissimo a casa, se non fosse che avrei dato adito a chiacchiere e non mi andava di fare scenate.

Per il mio moroso, come forse per chi legge, è una cavolata questa cosa.
Ma per me no.

Poi in questi giorni devo anche tornare a prendere il vestito per i matrimoni.
E anche lì mi viene male. Già la prima volta è stato durissimo starmene lì, davanti allo specchio, a figura intera.
Io che di solito mi guardo o nello specchio del bagno, o a pezzetti...

Non so perchè sono così.
Il mio moroso dice di essere preocupato per quella che secondo lui è la mia ossessione.
Io non so se sono ossessionata o meno, perchè è dalle medie che devo dimagrire e continuo a fare alti e bassi.
Ricordo la pediatra di allora che disse a mia madre di farmi calare quei 2-3 chili.
Io so che da lì è partito tutto.
Prima risultavo tra i bambini "in salute", anxhe perchè sono sempre stata molto alta e prima degli altri, poi, dopo una visita, ero "grassa".

Ora che ne parlo e che ricordo, credo sia nato proprio lì il mio problema.
La costante attenzione a cosa avrei dovuo mangiare, a cosa non mangiavo -perchè avevo i miei alti e bassi-, ai chili persi, ai chili presi, alle parti di me che vorrei poter cancellare con una gomma.

E' brutto vivere così.
E se le persone attorno a me mi dicono che sono bella, carina, che sto bene, ecc... mi fa ancora più incavolare, perchè non capisco come non possano vedere quello che sono.
Quasi mi danno fastidio perchè li sento dei commenti ipocriti.

Ma si può?
Io sono davvero esausta.
E' stata una brutta nottata. Ho un groppo in gola che ancora un po' nemmeno respiro.

24 anni. E sentirsene 16, in quanto a maturità, cose realizzate nella vita, e aspettative per il futuro.

giovedì 6 maggio 2010

6 maggio 1976...



Oggi, per chi vive in Friuli, è una data da ricordare.
Commemorare.
Rispettare.
Patria di gente vera.

martedì 4 maggio 2010

Appartengo alla mia terra...




Sto preparando un esame di Letteratura Inglese, e rileggendo gli appunti ho letto le parole della prof.
Stavamo analizzando i testi "Voss" di Patrick White e "To the Islands" di Randolph Stow. Sono autori australiani, e nel nostro percorso letterario ci siamo focalizzati sulla concezione che gli Aborigeni hanno, molto diversa da quella dei cosìddetti "bianchi".
Per gli Aborigeni, è la terra a possedere loro, a guidarli, a nutrirli e ad insegnargli tutto ciò che serve. Non sono loro a possederla, come noi pensiamo.

Ultimamente, vedi anche la catastrofe americana degli innumerevoli barili di petrolio rovesciati in mare a causa di un errore umano, mi sono soffermata a riflettere su quanto noi "CIVILIZZATI" crediamo, anzi presumiamo, di POSSEDERE quest'amata Terra.

Per via degli studi e di un mio futuro, ultimamente stavo anche riflettendo se non fosse il caso di un trasferimento all'estero post-laurea.
E sapete cos'è la cosa che più mi fa male?
Sì, ok, lasciare i miei familiari mi dispiace, ma la cosa che mi fa più paura è lasciare la mia terra.
Lasciare il mio Friuli, la mia campagna, l'aria che ancora profuma di qualcosa e non puzza solamente di smog.
Mi mancherebbero certi tramonti che vedo, mi mancherebbe l'atmosfera della domenica mattina, quando tutto il paese si rilassa e la gente si reca alla messa.
Mi dispiacerebbe lasciare il benessere che la natura mi regala quando sono qui.

Sono andata a Firenze diverse volte, e pur non avendo un centro ipertrafficato, dato che è quasi tutto pedonale,mi sono sentita soffocare. Mi sentivo sulla pelle e sui capelli uno strato di un qualcosa che mi soffocava. Anche Giulia sa di quanto il mal di testa a Firenze mi abbia fatto soffrire, per mancanza di aria pulita.

Certo, so anche che andando via potrei trovare dei luoghi in cui potermi trovare altrettanto bene.

Allora perchè l'idea di abbandonare il mio Friuli, il mio paese, terra di sofferenze, sacrifici ma anche di carattere, idealie e sorrisi, mi fa così male???

giovedì 29 aprile 2010

Vuoi essere sirena o balena?




Qualche tempo fa, sulla vetrina di una palestra, comparve un manifesto che rappresentava una ragazza spettacolare, accompagnata dalla scritta: "QUESTA ESTATE VUOI ESSERE SIRENA O BALENA?"

Si dice che una donna, di cui non ci è pervenuta la tipologia fisica, ha risposto alla domanda in questi termini:
"Egregi signori, le balene sono sempre circondate da amici (delfini, foche, umani curiosi), hanno una vita sessuale molto vivace ed allevano dei cuccioli, che allattano teneramente.
Si divertono come pazze coi delfini, e si strafogano di gamberetti. Nuotano tutto il giorno e scoprono posti fantastici come la Patagonia, il mare di Barens o le barriere coralline della Polinesia.
Cantano benissimo e talvolta registrano dei CD.
Sono impressionanti e sono amate, difese ed ammirate quasi da tutti.

Le sirene non esistono. Ma se esistessero farebbero la fila dagli psicologi in preda ad un grave problema di sdoppiamento della personalità (donna o pesce?).
Non avrebbero vita sessuale perchè ucciderebbero tutti gli uomini che si avvicinano (e del resto come farebbero?). non potrebbero nemmeno avere dei bambini. Sarebbero graziose, è vero, ma solitarie e tristi.
E del resto chi vorrebbe vicino una ragazza che puzza di pesce? Non ci sono dubbi: io preferisco essere una balena!

P.S.: In quest'epoca in cui i media ci mettono in testa che solo le magre sono belle, io preferisco mangiare un gelato coi miei bambini, cenare con un uomo che mi piace, bere un vino rosso coi miei amici. noi donne prendiamo peso, perchè accumuliamo tanta di quella conoscenza, che nella testa non ci sta più e si distribuisce in tutto il corpo. noi non siamo grasse, siamo enormemente colte.
Ogni volta che vedo il mio sedere in uno specchio penso "Mio dio, come sono intelligente!"


Trovata al bancone della mia biblioteca. Troppo giusta per la giornata di oggi!

martedì 27 aprile 2010

Non ci posso credere...



Pomeriggio tranquillo.
Dopo aver incontrato il mio amico di università per passargli degli appunti e delle dritte per un esame (mi ha raccontato per 2 ore delle vicende in stile "Casa Vianello" col moroso), sono corsa in biblioteca per studiare.
Avevo bisogno di chiarire una cosa di storia che stavo leggendo e mi reco al pc.
Peso "Aspetta un attimo che mi stampo le date degli esami".
E cosa vedoooooooooooooo?

Ca..o!!!! Mi hanno spostato l'ultimo esame a dopo la consegna di tesi e libretto.

Da un lato sono contenta xke fare 5 esami in un mese e mezzo come avevo preventivato di fare sarebbe stato unsuicidio, ma ci volevo provare. Ed ora come lo dico ai miei?
Ok, oggi ho pagato la rata, in una soluzione unica, perchè speravo di riuscire per aprile e sarei rientrata nell'anno accademico precedente (per cui non sarebbe servito pagare; perciò a livello economico, a luglio o novembre non sarebbe cambiato niente, ed anzi io sarei stata meglio, la spiegazione la scriverò qualche riga più in sotto.
La cosa che mi preoccupa sono i miei perchè mia madre mi ha detto "Beh, a luglio la fai!".
Come date sarebbero state il 29-30 luglio e il 1°-2 luglio. Il 3 poi sarò la testimone di nozze di una mia amica.
Quindio sarebbe un casino completo, contando che sono 5 esami mattone-style. Ma non era questo che mi spaventava. Era l'ipotesi di non poter passare ad inglese 3 che è impestatissimo.
E la paura è quella di dover ammettere davnti ai miei che gli obiettivi che mi sono posta non erano reali e fattibili.
Aiuto!
Ho bisogno di un consiglio, tenendo conto che i prof dell'esame in questione non vogliono che noi studenti andiamo a chiedere appelli extra a quelli fissati, o che sosteniamo gli esami a ricevimento.
Come posso fare???

martedì 13 aprile 2010

La parabola della vita...



Sono a casa stasera, appena tornata dalla riunione del comitato sagra. I miei non ci sono e avevo lasciato detto a mio fratello maggiore che mettesse a letto mia nonna, al momento opportuno.

Non sta male, ma ha un po' di problemi con le gambe e non si sente salda e sicura su quelle ginocchia che, come le ha detto il dottore, "non è che sono malate, ma hanno lavorato troppo".
Tornata a casa, mi sono infuriata davvedro perchè mia nonna ha aspettato me per andare a letto e mio fratello non ha fatto una piega.
Non so che mi è preso... Ero proprio arabbiata perchè alla fine certe mansioni toccano sempre a me. Non metto mia nonna tra le "mansioni da svolgere", perchè alla fine io lo facico con piacere e perchè, anche se a volte mi fa davvero diventare matta, io le voglio super bene.
Intendo che di tutte le cose da fare, alla fine toccano sempre a me, e di questo forse Giulia ne sa qualcosa.
Beh, ora sono qui davanti al pc che piango. Come una stupida sì.
Perchè accompagnandola al bagno e mettendola a letto, mi sono accorta di quanto fosse fragile. Prima di coricarsi poi, si è avvicinata al mobile con specchiera, dove tiene la foto di mio nonno da giovane. L'ha presa in mano e avvicinandola per baciarla ha detto, in friulano "Buinegnòt Bepùt (buonanotte giuseppe in tono vezzeggiativo)"; poi si è fatta il segno della croce toccando l'acquasantiera che ha sempre lì e toccando la foto di una sua nipote-amica di poco più giovane che due anni fa è morta in pochissimo tempo, e per cui lei è rimasta molto male.
Le ho rimboccato le coperte e lì, sotto quelle copertone vecchio stile, quelle pesanti che da piccola imprigionavano me e mio fratello maggiore quando dormivamo con lei, proprio lì, l'ho vista fragile.
In un secondo ho visto la figura forte e tenace di mia nonna, ciò che lei è stata, la donna che, rimasta vedova con un figlio di 16 anni ha portato avanti l'azienda agricola, ha cresciuto suo figlio e il nipote (dato che la cognata è morta di parto e prima di partorire, nemmeno se lo sentisse, le ha fatto promettere che si sarebbe occupata del nascituro se a lei fosse accaduto qualcosa... come poi è stato... Ho visto la donna che ha vissuto la fratellanza con vero dolore, dato che suo fratello ha fatto di tutto per vivere sulle spalle degli altri. Quando mi racconta delle differenze che sua madre, la mia bisnonna, faceva tra lei e suo fratello, mi fa male il cuore. Lui arrivava a mezzogiorno con la tela comprata e la dava a mia nonna, pretendendo che per il giorno dopo la camicia fosse fatta e finita. Lei stava su anche la notte per terminarla, e mi dice sempre "Il difficile erano le asole!!!!".

Beh avrei mille storie da raccontare su di lei, su quanto lei abbia amato mio nonn di 12 anni più vecchio, amore che lei ha aspettato fino a 38 anni per poi sposarlo, anche se rimasta vedova dopo poco. Lei mi dice sempre che mio nonno l'ha sempre amata, che non le ha mai detto "stupida" nemmeno per scherzo, che quando le scriveva dei bigliettini per posta, li avvolgeva in un altro foglio perchè temeva che si potessero leggere mettendole controluce.
Ecco... In un secondo ho visto mia nonna, la sua grandezza in una donna che si fa fisicamente sempre più piccola.
E sono qui a piangere perchè troppe volte abbiamo discusso, perchè cerco di spiegarle le cose, ma come tutte le persone anziane, non accetta i consigli e prende tutto sul personale.
Io rivoglio la mia nonna, quella che prima quando la stavo mettendo a letto era tranquilla e mi parlava di quando mio padre era piccolo, di quando neonato, mio nonno glielo portava dalla culla al letto per farlo mangiare. Mio nonno lo pesava prima e dopo per vedere se aveva mangiato abbastanza.. Mi fa sorridere questa immagine!

Io ho paura. Sì.
Ho paura di quella cosa che me la potrebbe portare via. Anche se discutiamo. Anche se a volte io le devo dire le cose 100 volte perchè non se le ricorda dopo un nanosecondo.
Quella cosa che è la fine della parabola della vita. Non riesco nemmeno a nominarla. Non è che sta per accadere. Ma l'idea mi fa stare male. Perchè vorrei potesse essere eterna.
Vorrei avere il tempo di scrivere, registrare e custodire gelosamente tutto quello che sa, che ha visto, sentito, provato.
Perchè sento questo strappo dentro? Questa lacerazione?

Prima di scendere giù le ho fatto una carezza e mi è uscita una frase semplice, che di solito qui in Friuli si usa per manifestare la tenerezza verso i bambini, dicendo "Bièl, lui" (bello, lui!)" o "Bièle, jè" (bella, lei!)accompaganto da un buffetto o da una carezza.
Mi sono accorta di quanto bisogno abbia di una carezza, di un bacino. Mi sono accorta che è da anni che non gliene dò, se non per auguri o che. con l'adolescenza lei ha smesso di darmene ed io pure.
E' stato triste prenderne coscienza.
Però mi è servito per recuperare la voglia di farlo.

Non so perchè ho così paura di una cosa naturale. Forse perchè so di non aver fatto sempre tutto ciò che potevo, perchè a volte mi arrabbio con le sue richieste insistenti e il suo non riuscire a controllarsi nel voler prendere visione di tutto ciò che accade in casa nostra. Dimentico che lei ha sempre avuto le redini della casa come mamma, donna di casa, agricoltrice diretta, donna in tutte le sue forme.
Mi dimentico che è l'età a prlare, e che se io la rendo tranquilla e non pretendo che comprenda tutto ciò che vorrei, stiamo meglio. Lei è serena se faccio subito ciò che mi chiede, e devo ricordarmi che l'impazienza fa parte delle persone anziane e dell'avanzare dell'età.
Devo imparare a comprenderla. A comprendere i quasi 90 anni di vita dura che ha sulle spalle. Devo prendere esempio dalla sua forza d'animo e augurarmi che quando sarò vecchia, se lo sarò, ci sia anche solo un/a nipote che una sera, mettendomi a dormire, aspetti me, per farmi una carezza.

giovedì 25 marzo 2010

Senza freni...



Ieri sera serata apparentemente tranquilla con due mie amiche al cinema. Poi siamo andati al nostro solito pub e ci ha raggiunti il mio moroso che finiva alle 11 (fa la maschera al cinema).
Alla fine, salutiamo gli altri, e lui mi accompagna a casa.
In macchina parliamo un po', e ad un certo punto, come spesso facciamo giocando, col tono tipo quella vecchia pubblicità del "mi ami? ma quanto mi ami? e mi pensi? ma quanto mi pensi?", mi dice "Vieni a dormire da me". Ed io "no, vieni tu da me".

Ecco. Dopo questo, lui mi dice "Beh, se le cose vanno come spero, poi potremo stare abbracciati ogni sera".
Ed io lì, sono crollata. Prima due mega lacrimoni, poi ho iniziato a piangere a dirotto come una scema.
Non perchè in senso negativo, ma di contentezza, e di timore insieme. Perchè gli ho detto che io lo vorrei, ma la vedo una cosa così lontana, che mi fa male non poterci credere davvero.
E poi da lì, il discorso dei soldi. E non sono più riuscita a fermarmi.
Sconquassata dal dolore, dai singhiozzi, non riuscivo nemmeno a respirare.
Io non credevo di essere così ingarbugliata, pensavo di essere serena.
Evidentemente non lo ero.
e continuavo a chiedergli scusa del pianto, e lui continuava a consolarmi teneramente.
Mi ha ASCOLTATA. Senza giudicarmi.

Non ho bisogno di sapere altro. Mi ha detto che, anche se non lo dico, sa che vorrei un futuro con lui.

Oggi non è una bella giornata, ma cerco di arrivare domani.

lunedì 22 marzo 2010

Restarted...



Mercoledì scorso, io ed il mio moroso abbiamo iniziato la Zona.
Chi mi legge sa che lo avevo già fatto quasi due anni fa e che per più di una anno sono stata bravissima ed ero cambiata davvero. Poi, non so come, forse anche perchè a casa mia siamo in sei con esigenze e gusti alimentari diversi, mi sono persa.

Però avere un sostegno, fare un cammino "a ed in due", è stato davvero valido. Mi permette di aiutarlo nella composizione dei pasti, che all'inizio non è così meccanica, anche se per me ormai lo è, e di sentirmi tra virgolette controllata. Non controllata da un mastino pronto a sbranarmi ad ogni mio sgarro, ma un controllo amorevole, che mi rende tutto più semplice, toglie i pensieri negativi, e mi sta facendo rinascere, anche se non è passata nemmeno una settimana.
I risultati, dal punto di vista dell'umore, si vedono. E anche dal punto di vista fisico. Insieme a questo, da due mesi abbiamo iniziato il corso di nuoto perchè... ebbene sì! Non sapevo nuotare, ma sto diventando davvero brava!!!

Ieri prima crisi: pranzo al ristorante, invitati dalla mamma del mio moroso.
Ovviamente non potevamo rifiutare, perchè ci voleva tutti e alla fine è andata bene. Abbiamo mangiato, sì, ma senza strafogarci, e che ci crediate o no, il mio moroso ha persino lasciato qualcosa nel piatto perchè proprio non gli stava e perchè la Zona aiuta il senso di sazietà.

A parte questa divagazione sulla Zona, vorrei soffermarmi sulla giornata di ieri.
Quella che si può definire una "bella domenica".
La mattina sono andata a cantare a messa, col coro, poi siamo andati al ristorante. Eravamo in una saletta tutta per noi, e a tavola abbiamo potuto parlare di molte cose.
C'erano la mamma del mio moroso, noi due, suo fratello gemello, e la sorella col bimbo di due anni (l'altro mio amore, NdR).
E' stato bello sentirmi parte di loro, sentirmi accettata, tanto che abbiamo intavolato anche discorsi molto seri.
In questo momento la loro vita familiare è difficile, per via di diverse separazioni, dell'avvicinarsi del 28 marzo (data del 3° anniversario della morte del padre del mio moroso), tutte cose che contribuiscono a caricare di problemi le loro vite.

Quando siamo tornati a casa ho scritto un messaggio alla madre del mio moroso. "Siete proprio una bella famiglia, una roccia che non si lascia scalfire e che tutto può".
Quando lei mi ha risposto che io sono parte di quella roccia, beh... vi lascio solo immaginare quanto mi sono commossa.

Adoro questa parte della mia vita. Aver trovato ciò che da piccola desideravo trovare. Una persona d'amare, che mi ama, un ragazzo del mio paese, con stessi ideali, che tiene alle cose cui io tengo.

A volte mi chiedo dove sta l'inghippo. Se prima o poi mi sveglier dal sogno che sto vivendo.
Perchè attorno a me vedo sfiducia nell'amore e sento parole ciniche sull'amore PER SEMPRE.
Le uniche controcorrente sono mia madre e la madre del mio moroso. Mi dicono che amare per sempre si può, ma che è un lavoraccio duro, da ricominciare giorno per giorno, ma che dà mille soddisfazioni.

Ecco, io voglio sperare. Nonostante le giornate buie, i pianti e le disperazioni.
Se la speranza muore, appassiamo anche noi.

sabato 20 marzo 2010

Comer...



"Il cibo sia la tua medicina
e la medicina sia il tuo cibo"

Ippocrate

domenica 14 marzo 2010

Che cosa c'è...



...non lo so.
Mi sento soffocare dal futuro incerto. Dalle pressioni.
Dagli eventi che mi aspettano.
Non ce la posso fare.

giovedì 4 marzo 2010

Lance Henson, a Tsitsistas...



Vi proprongo un componimento di Lance Henson, un Cheyenne. Anzi, uno Tsitsistas. E' cresciuto in Oklahoma, e gira Europa ed America per far conoscere la storia della sua popolazione.

Another song for America

driving west on ohio highway 76
just past the kent state turnoff

a soft rain begins

god damm you america
what have you done to your children

the wind speaks their names
anyway you breathe it

July 20, 1985/ September 3, 2000

Un altro canto per l'America

guidando verso ovest sulla statale 76 in ohio
appena superato il raccordo per la kent state

inizia una leggera pioggia

dio ti maledica america
cosa hai fatto ai tuoi figli

il ventpo pronuncia i loro nomi
in qualunque modo tu respiri

20 luglio 1985 / 3 settembre 2000


"[...] Credi a me, figlio mio,
quello che impari lo impari per te
e non per me.
...
La scienza è un tesoro, e chi l'ha non muore mai di fame."

Satyricon, Petronio, cap. 46.

martedì 2 marzo 2010

Talking about...





E pensare che uno così lo aspettavo da tutta una vita.
Uno che parla di futuro, che si guarda le riviste di cerco/compro casa. Che mi spiazza ogni volta con il suo "Amore, sai che in via... c'è una casa a tot. euro?".
So che per ora sono solo utopie.
Ma mi piace che lui ci stia pensando. Perchè io ci penso, ma non glielo dico.
Ho troppa paura del futuro, e troppe volte i miei desideri, seppur piccoli, sono sfumati.
Là cui ps di plomb (andare con i piedi di piombo), si dice qui in Friuli.

E nonostante ciò, la mia parte poetico-romantica prende il sopravvento.

Dopo una mattinata in piscina in cui l'istruttore ci ha fatto mo-ti-re, un pomeriggio caotico tra correre in università e fare la baby-sitter, ora mi tocca stare piantonata alla scrivania a studiare.
Salvo pausa cena e ovviamente Dr. House, che non si può perdere.
Poi mi aspettano ancora letture di testi e finalmente il letto.

Un po' più leggera nell'animo pensando che stiamo guardando verso lo stesso orizzonte.

lunedì 1 marzo 2010

E la luna bussò...


Lui al lavoro. finisce alle 10 e mi dice di raggiungerlo al cinema per vederci "che fine hanno fatto i Morgan?", con i miei adorati Hugh Grant e Sarah Jessica Parker.

torniamo a casa, ognuno con la propria macchina. Lui mi scorta fino a casa. Io scendo per aprire il cancello. Lui scende.
Mi viene incontro con un super sorriso e mi dà un bacio lì, in mezzo alla strada.

Ecco, sono le piccole cose a darmi la gioia di averl scelto.
Perchè quando meno me lo aspetto, mi ricorda quanto un amore possa sciogliere il ghiaccio nel mio cuore.
Un bacio, dolce, in mezzo alla strada, sotto un cielo limpido.
E la luna bussò, alle porte del mio cuore.

mercoledì 24 febbraio 2010

La notte delle fate...

A me è piaciuta, e non volevo che venisse eliminata.
Casca a fagiuolo per questa giornata...

La notte delle fate
(Enrico Ruggeri)

Mary è nuovamente sola
e senza dire una parola
esce con la faccia incontro al vento
cambia ancora direzione
e canta una canzone questa sera

Candy intanto è già partita
e verso un’altra via d'uscita
corre con il cellulare spento
e testardamente spera
di trovarsi ancora tutta intera

Ognuno sente tanto dolore
quando si piega in sè
e non vede niente
poi una luce passa le inferriate
la notte delle fate
ogni donna ha un paio d'ali chiuse
dentro sè
pronta a certe ascese sconfinate
la notte delle fate

Molly incline alle cadute
nelle stanze sconosciute
chiede indietro un pò di sentimento
angoli di tenerezza
dentro a una carezza quasi vera

Ognuno sente poco calore
quando si piega in sè
ma lentamente
un taglio di luce annuncia un'altra estate
la notte delle fate
ogni donna ha un paio d'ali chiuse
dentro sè
e sogna ancora vette inesplorate
la notte delle fate
ogni donna ha un paio d'ali chiuse dentro sè
pronta a certe ascese sconfinate
la notte delle fate
ogni donna ha un paio d'ali chiuse
dentro sè
e sogna ancora vette inesplorate
la notte delle fate

domenica 21 febbraio 2010

San Remo 2010...

Ho già detto la mia commentando il post di Giulia (http://anemoneviola.style.it) su San Remo.

Aggiungo solo un BRAVA. Ha fatto un bel festival, prendendo la metà di conduttori come Baudo e Bonolis e portando casa il consenso del pubblico.
Un festival a femminile, improntato su grandi donne, belle e forti, che non hanno dimenticato le proprie origine.

E come non parlare di come Anonella Clerici ha terminato il suo San Remo?
Ringraziando la figlia Maelle, e con un commosso "Ti amo" al suo compagno, mettendo a tacere tutte le critiche, specie di chi diceva che il suo compagno fosse stato scritturato tra gli autori per interesse.

Non mi frega nulla di queste critiche.
BRAVA BRAVA BRAVA!!!

venerdì 19 febbraio 2010

Cenetta romantica...

Ieri è stata una bella sarata.
Ho invitato a cena il mio moroso. Gli avevo promesso questa cenetta e dato che ieri sera non lavorava, mi ci sono messa d'impegno.

Ho cucinato con amore tutto il pomeriggio.
Ho preparato la tavola in sala, solo per noi due, mentre i miei, ridacchiando sotto i baffi, cenavano in cucina, favorendo graditamente del nostro stesso menù.

Avevo preparato la tavola con i calici da nero, quelli belli alti e panciuti, il decanter, il cestino del pane e tanto amore.
Per antipasto gli ho preparato dei gamberi pastellati ad arte con pangrattato e prezzemolo, croccantissimi, da intingere in una salsetta di peperoni grigliati e salsa di soia che... era la fine del mondo. Tanto che mi hai detto "Ma la salsa l'hai fatta tu?". Of course, my dear.

Visto le giornate ancora fredde, ed ora anche piovose, ai gamberi ho fatto seguire una vellutata di funghi con crostini... 'A fine 'u munnu (anche se non sono certa si scriva così, concedetemelo).
Di secondo avevo preparato bocconcini di salmone saltati in padella con zucchine e melanzane.
Semplice, veloce ma di sicuro effetto quando siete in crisi creativa.

Il dolce era carino oltre che buono. Avevo preparato il pan di spagna la mattina, così che si potesse raffreddare, e tagliato a pezzetti delle fragole -sì, fuori stagione lo ammetto, e spagnole, però buonissime come non ne trovavo da tempo; sapevano di fra-go-la! e non d'acqua- con dello zucchero, in modo che facessero un po' di sughetto.

Ho preso le coppette, bagnato un quadratino di pan di spagna col sughetto delle fragole e messo come base. Poi ho fatto la vera crema pasticcera -non quella delle buste che, sarà pratica, ma a me sa di finto- e unita alla panna montata. Unito poi anche le fragole sgocciolate, e adagiato il tutto sul pan di spagna.
Per me e lui ho guarnito le coppette con un cuoricino di pan di spagna imbevuto e una fragolina sopra, con dei fiocchi di panna montata... ai miei, senza il cuoricino...ovviamente.

Per una volta mi sono fregata di sembrare ridicola.
Sono semplicemente innamorata, e prendermi cura "de me cuciùte" (più o meno equivale ad un "della mia testolina"), nella vita e soprattutto coccolarlo a tavola, mi sembra la cosa più naturale.

Poi divano, coccole e documentario.
Vorrei fosse così. Stare sempre a proprio agio ed essere se stessi. Metterei firma.
Specie se penso che lui già pensa ad una casa, ad avere un'indipendenza.
Mi piace che pensi a progetti "nostri".
Tremo all'idea di essere per lui la prima ragazza, so di essere molto pessimista, ma cerco di essere fiduciosa.
Oggi non mi chiedo "Perchè mai dovrei essere proprio io così fortunata?", ma mi dico "Perchè no?"

Il tramonto di Fossoli...

Io so cosa vuol dire non tornare.
A traverso il filo spinato
ho visto il sole scendere e morire;
ho sentito lacerarmi la carne
le parole del vecchio poeta:
"Possono i soli cadere e tornare:
a noi, quando la breve luce è spenta,
una notte infinita è da dormire".
(Primo Levi, Ad ora incerta, 1984)


Il poeta che cita è Catullo:
"Possono cadere /e risorgere i soli: quando spenta / sarà per noi la breve luce, avremo / il sonno d'una notte senza fine". (carme 5, vv. 4-6).

lunedì 15 febbraio 2010

Un classico...









"Un classico è un'opera che provoca incessantemente un pulviscolo di discorsi critici su di sè, ma continuamente se li scrolla di dosso."
Italo Calvino

venerdì 12 febbraio 2010

Sì, nuotare...

Venerdì scorso io e il mio moroso abbiamo iniziato il corso di nuoto.
Io partivo da zero e devo dire che è stato davvero bello.
Sentirsi leggeri, sentirsi "acquatici", sentirsi liberi.

Attivo in acqua e sento che ogni pensiero sparisce.
Siamo solo io, il mio costume, cuffietta, occhialini e l'acqua. E, beh, ovviamente i consigli dell'istruttore. =)

Mi dice sempre che mi vede sciolta e che sto andando bene considerando che non so nuotare e che vado spedita.
Questo mi è stato molto utile, sia per l'autostima, sia per ricordarmi che negli sport riesco bene.

E' la prima volta che, dopo la pallavolo, trovo qualcosa che mi stimoli davvero, che mi prenda in toto, e che mi faccia stare bene.
Credo che, oltre per la bellissima sensazione di sentirsi leggeri, giochi un ruolo importante il fatto che devo imparare da zero.

Sono proprio contenta.
I love (learn to) swim.

sabato 6 febbraio 2010

Tanto ppe' cantà...

Eh sì.
Ho ripreso a cantare nel "Piccolo coro" di S. Cecilia.
Ne facevo parte anni fa, e quand'è nato io andavo alle elementari.
Cantiamo la domenica, alla S. Messa, e mi diverto come non credevo.
Ovviamente, artefice dell'operazione, il mio moroso, che un giorno mi dice "hanno bisogno di una mano, su in coro -perchè la nostra chiesa ha lo spazio sopraelevato per l'organo e il coro-. Andiamo?". Ed io, per accompagnarlo ho accettato. Poi la direttrice del coro mi ha detto che se voglio posso andarci sempre, e che comunque l'impegno è minimo perchè facciamo un'oretta di prove il sbato pomeriggio.
Beh, sarò in controtendenza, in un mondo dove la frequentazione della chiesa è in caduta libera, però, come diceva Proietti in una famosa pubblicità "A mme, me piasce!" =)

sabato 30 gennaio 2010

La geografia del mio cammino...

"E di chi sarà il coraggio, allora, se non sarà il mio?
se si spegne quella luce
resto io
di chi è la più profonda decisione?
al di là dei sogni appesi ad una canzone
oggi riconosco il suono
della voce di chi sono

e mi fido di un passato carico d'ingenuità
di chi va dallo stupore
a un'altra età
perchè quando sembra tutto poco chiaro
se mi fermo alla ricerca di un pensiero
scopro in uno specchio il cielo
e la geografia del mio cammino

da me
torno da me
perchè ho imparato a farmi compagnia
dentro di me
rinasco e frego la malinconia
bella come non mi sono vista mai, io mai
fianco a fianco al mio destino
scritto nelle linee della mano

l'uragano che mi gira intorno
sono solo io
vedo la speranza in fondo a quell'oblio
il difetto è l'esperienza che non ho ancora
ma non me ne prendo cura
non ho più paura

da me
torno da me
perchè ho imparato a farmi compagnia
dentro di me
ripeto una bestemmia una poesia
bella come io non l'ho sentita mai, io mai
occhi dritti all'orizzonte
sull'asfalto lascio le mie impronte

cos'è la solitudine?
cos'è?
ho voglia di deciderlo
da me
da me

torno da me
da me per non andarmene
più via

torno da me
scopro in uno specchio il cielo
e la geografia del mio cammino

del mio cammino"

_Laura Pausini_

venerdì 29 gennaio 2010

Angel...

Traggo spunto dal post di Giulia (qui a lato trovate l'indirizzo del suo blog, anemoneviola)... Anche se secondo me non ci ha preso molto...

Angeli: il tuo Angelo Custode

Sei nato il 03/08/1985
Il tuo angelo custode è Yeratel
Fa parte del Coro delle Dominazioni
Si colloca dal 11° al 15° del Leone
Il suo elemento è Fuoco

La sua qualità

Infonde ottimismo nella vita quotidiana e nell'affrontare ogni inconveniente che si possa presentare. Permette di trovare la giusta soluzione a problemi lavorativi o legati alla sfera sentimentale. Apre la mente e consente di vedere chiaro anche nelle situazioni più intricate.

http://www.oroscopi.com/angeli.html






giovedì 28 gennaio 2010

E così diventò grande...

Oggi mio fratello compie 18 anni.
Ed io mi sento orgogliosa, come una chioccia che vede i suoi pulcini stare in piedi da soli, per la prima volta.

Eeeeeeeeh, sì... Praticamente sono stata la sua seconda mamma, e mi emoziono solo ricordando a quanti momenti, quanti pianti, giochi, risati e scontri abbiamo condiviso.

Un vero amore fraterno.
Di cui non potrei fare a meno.
E come ogni amore, spero duri per sempre.

Auguri Michele! Ti voglio bene.

Ricordando...


C'è un paio di scarpette rosse

numero ventiquattro
quasi nuove:
sulla suola interna si vede ancora la marca di fabbrica
"Schulze Monaco".
C'è un paio di scarpette rosse
in cima a un mucchio di scarpette infantili
a Buchenwald,
erano di un bambino di tre anni e mezzo.
Chissà di che colore erano gli occhi
bruciati nei forni,
ma il suo pianto lo possiamo immaginare.
Si sa come piangono i bambini.
Anche i suoi piedini li possiamo immaginare.
Scarpa numero ventiquattro
per l' eternità,
perché i piedini dei bambini morti non crescono.
C'è un paio di scarpette rosse
a Buchenwald
quasi nuove
perché i piedini dei bambini morti
non consumano le suole.

Joyce Lussu

giovedì 14 gennaio 2010

Difetti di vista...


C'è chi vive la propria vita da miope:
vede solo ciò che ha sotto il naso,
ma non sa sognare il futuro.

C'è chi vive la propria vita da presbite:
sogna sempre un futuro diverso,
ma non vive il presente.

C'è chi vive la propria vita da daltonico:
non riconosce i colori della vita,
soprattutto quelli intensi; tutto è grigio.

C'è chi vive la propria vita da strabico:
non centra mai gli obiettivi importanti.

C'è chi vive la propria vita da astigmatico:
vede solo macchie, laddove invece ci sono
punti luminosi.

C'è chi vive la propria vita da cieco:
è come i farisei del Vangelo,
crede di vederci benissimo,
ma gli manca la luce della fede genuina
che rende l'occhio limpido
e il cuore colmo di stupore.

Ti prego Signore,
insegnami l'umiltà del cuore,
perchè i miei occhi si parano
e io sappia vedere fratelli, cose e situazioni
come tu li vedi.

sabato 2 gennaio 2010

Le cose che vivi...

Quando l'amicizia
Ti attraversa il cuore,
Lascia un'emozione,
che non se ne va.

Non so dirti come,
Ma succede solo
Quando due persone
Fanno insieme un volo.
Che ci porta in alto,
Oltre l'altra gente,
Come fare un salto
Nell'immensità
E non c'è distanza, non c'è mai
Non ce n'è abbastanza, se
Se tu sei già dentro di me,
Per sempre

In qualunque posto sarai,
In qualunque posto sarò,
Tra le cose che vivi
Io per sempre vivrò.
In qualunque posto sarai,
Ci ritroveremo vicino,
Stretti l'uno nell'altro,
Oltre il destino

Su qualunque strada,
In qualunque cielo,
E comunque vada
Noi non ci perderemo.
Apri le tue braccia,
Mandami un segnale,
Non aver paura, che ti troverò
Non sarai mai solo ci sarò
Continuando in volo che,
Che mi riporta dentro te
Per sempre

In qualunque posto sarai,
In qualunque posto sarò,
Tra le cose che vivi
Io per sempre vivrò.
In qualunque posto sarai,
Non esisteranno confini
Solamente due amici
Più vicini

Credi in me,
Non avere dubbi mai,
Tutte le cose che vivi
Se sono vere come noi,
Lo so, tu lo sai
Che non finiranno mai

In qualunque posto sarai,
In qualunque posto sarò,
Tra le cose che vivi
Io per sempre vivrò.

In qualunque posto sarai,
In qualunque posto sarò,
Se mi cerchi nel cuore,
Nel tuo cuore vivrò
In qualunque posto sarai,
Ci ritroveremo vicino,
Stretti l'uno nell'altro,
Oltre il destino!

In qualunque posto sarai,
In qualunque posto sarò,
Tra le cose che vivi
Io per sempre vivrò.

_Laura Pausini_

Anno nuovo... Vita vecchia...


Come ogni anno, ho odiato il Capodanno.
L'unica cosa diversa, in questi due ani, è che per fortuna la persona che amo era con me.

Verso le 5 del 31 dicembre, mi sono presa davvero male: un'angoscia unica, un senso di inadeguatezza che non mi lasciava.
forse scatenata nel pomeriggio da dei commenti di una mia amica, su un giro per i negozi fatto con la sorella, dove mi diceva di non aver trovato niente. Proprio lei che pesa 60 kg credo.

Ecco. Ho realizzato tutto.
Che così non posso andare avanti.
Questi due giorni li ho passati rifugiandomi nei libri regalatimi a Natale. Il primo, divorato in 3 sere (Sophie Kinsella, "Ti ricordi di me?"), in cui ho potuto apprezzare il pensiero che essere sè stessi è l'unica cosa che possiamo fare per capirci prima di tutto, e poi per decidere chi vogliamo essere e con chi vogliamo stare.

Ieri sera poi ho iniziato "Il tempo che vorrei", di Fabio Volo. So che molti non lo ritengono uno "scrittore". Per me, invece, è LO scrittore.
Senza pretese, racconta delle storie, o ciò che sente, che vede, che ha vissuto e lo trovo straordinariamente affine al mio, di vissuto.
Spunti, idee e ragionamenti che ho fatto pure io, anche se magari a qualche anno di distanza.

Ci sono molti passi che vorrei citare, e credo che lo farò.

Mi ha colpito particolarmente il motivo della rottura con la sua "lei", come lui la chiama nel libro.
Lasciato perchè lui non le ha permesso di amarlo.

E subito sono stata percorsa da un brivido di paura. Vedere nel libro le parole che temo sentirmi dire "Ti lascio, perchè non mi permetti di amarti".

Perchè so che, a lungo andare, anche la persona più innamorata del mondo si può arrendere, se ha un muro dinnanzi.