lunedì 21 novembre 2011

Melancolía... a mail to...

Ciao,
come stai?

Io ho appena smesso di stirare, anche se sarei dovuta andare avanti con la tesi, ma mia mamma aveva bisogno di una mano, altrimenti saremmo rimaste sepolte sotto tutti i panni da piegare...

L'orecchio sta bene, grazie a Dio. La scorsa settimana ho fatto l'ultimo controllo dallo specialista, e mi ha detto che il foro si è richiuso e ho recuperato bene l'udito. Non sai che sollievo!
Alla fine al pronto socccorso hanno sbagliato diverse cose: maledizioni a parte, lascio stare perchè a pensarci mi viene nervoso.
Il medico specialista è stato gentilissimo e mi ha detto che per ora devo solo stare attenta a non lavarmi con l'idropulitrice l'orecchio =) e che potrò tornare in piscina da febbraio, stando attenta a non tuffarmi, per non comprimere troppo la parte.

Del resto, che raccontarti?
Che sono incazzazzata e delusa?
Abbiamo iniziato il campionato da due turni, e ho giocato solo la scorsa partita per gli ultimi dieci punti, di cui sei miei fatti in battuta.
Ieri partita super importante contro una squadra forte... Perso di brutto e non ha fatto nemmeno un cambio.
Sono nello stato in cui non capisco se sono più dispiaciuta o incazzata.
Quando giocavo, e anche l'anno scorso, son sempre stata titolare. Per me è stato uno smacco non entrare, e non dico che non mi faccia bene. Anzi. Aiuta il mio essere permalosa a smussare un pochino quegli angoli a 90 che mi ritrovo.
Vorrei solo sapere cosa c'è che non va. Anche le altre della panchina erano stupìte. Ieri mi hanno chiesto se stavo bene. Io ho detto che sì, stavo benissimo. "Ah, pensavamo non ti avesse messa dentro perchè magari avevi qualche dolore, o per l'orecchio". Ed io "No, no sto bene. A meno che non ci sia qualcosa, che io non so".
Lei ha sorriso un pochino imbarazzata, credo anche perchè la delusione si sentiva nelle mie parole. Evidentemente sono troppo grassa, e poco capace. Anyway...

Qui sono circondata da amiche incinta, che mettono su casa, che fanno famiglia...
E ieri, mi sono come "risvegliata": ho capito che NON voglio tutto questo, tutte queste cose che qualche mese fa mi avevano messa in crisi.
Voglio libertà, voglio andarmene, voglio sperimentare... VIVERE gli anni che non ho vissuto, le cose che non ho fatto, correre, cadere e imparare a rialzarmi, invece di stare ferma, bloccata, per ridurre al minimo i danni, dopo "quella" volta.

Anche ieri quel pagliaccio era in palestra a fare il segnapunti. Da l'anno scorso viene ad ogni nostra partita in casa. E io vorrei solo andare lì, e prenderlo a sberle.
Se un giorno dovesse accadere che mi parli o mi chieda o dica qualcosa, gli risponderò semplicemente che "io non parlo con il NULLA".

Anche solo a scriverlo mi si rivolta lo stomaco, mi si irrigidiscono i muscoli delle gambe e un pochino mi manca il respiro.
Questa cosa non se ne andrà mai. E mi impedisce di essere chi forse sarei.
Vederlo lì con quella cazzo di moglie che lo "scorta", mi fa ridere e venir nervoso allo stesso tempo.

Ho proprio bisogno di andarmene.
Vivere.
Vedere il mondo con i miei occhi, smetterla di essere la brava ragazza solo perchè gli altri lo vogliono.

La mamma del moroso ci ha messo via dei piatti presi con i punti "per quando andremo via di casa". E mia mamma delle tazzine per il caffè.
Non è niente, ma mi son sentita "invasa". Mi son presa davvero male.
Primo perchè vorrei scegliere io il come, il dove, il quando. Secondo perchè so già che, quando ci sposeremo, non potrà mai essere come io voglio, ma dovrò far contenti tutti.

Sono stufa!

Voglio una cerimonia con poche persone, intima, senza tante pretese, con chi voglio io... ed invece no. Dovremo invitare quello perchè è amico di sua mamma, quell'altro perchè è amico dei miei, e vuoi non invitare quest'altra che ci conosce da una vita?
I miei cog...ni!

Voglio che il matrimonio, se dovesse esserci, sia la fusione di quello che vogliamo NOI.
Ed ho già detto che me lo voglio pagare io.
La risposta di mia madre? "E jo o invidi i amiis cui miei (bees)" .

Era provocatoria, lo so, ma non condivide la mia idea di fare una cosa piccola.
I miei cog...ni! Again.

Adesso mi tocca andare, anche se in realtà vorrei solo stare a letto, sotto le coperte, lasciando che le giornate passino.

Disappointment.

lunedì 14 novembre 2011

Che la ruota giri dal verso giusto?

Il mio moroso si è laureato 20 giorni fa e dalla prossima settimana inizia uno stage con probabilità buone di assunzione.
Io ho terminato gli esami e ci darò dentro con la tesi.

Che la ruota stia finalmente girando a nostro favore?

martedì 1 novembre 2011

Hallow...che?

Si può sapere che diavolo succede alla nostra mente?
Perchè dobbiamo avere bisogno di una festa importata per festeggiare una cosa che abbiamo già?

C'è il nostro carnevale, santo cielo! e la cosa che mi fa inc... arrabbiare di più, è che anche qui da me, ormai, i bambini a carnevale si rifiutano quasi di vestirsi perchè si vergognano... Ma per Halloween no. Qui c'è qualcosa che non mi torna.

Io passavo i pomeriggi del carnevale, insieme ad amiche ed amici, a girare per le case e prendere tutto ciò che il buon cuore delle persone ci offriva: 500 lire, mille quando ti andava bene, e con 5 mila facevi il botto, poi caramelle, cioccolata, mandarini e tutte le cose buone tipiche dell'invernom, che poi andavano rigorosamente divise con gli altri del gruppetto.
Era bellissimo passare i pomeriggi così.
Vestiti con tremila maglioni di consistenze diverse, le calze pesanti sotto al vestito -che di solito cuciva mia madre- e via per le strade del paese: dlin dlon... "Chi siete?", e noi "Siamo le belle mascherine".
Era emozionante vedere come le mamme si fidassero di mandarci in giro da soli -ci sentivamo grandi- e avere un pochino di libertà, ci rendeva forti: imparavamo as attraversare la strada, a camminare in fila, a socializzare, a conoscere le persone del paese, a ridere cercando di aiutare chi cercava di riconoscerci sotto un paio di baffi disegnati o una parrucca bionda.

In questi ultimi anni, invece, qui da me non si è vista nemmeno una maschera: la scusa delle mamme è che non si fidano a lasciare i loro pargoli in giro da soli in questo "brutto brutto" mondo. Ok, ma se non glielo fai conoscere e vivere, come potrà capire cosa è bene e cosa no, e le cose da cui stare lontano?...

Sono veramente sconcertata... Festeggiare Halloween... in maschera... che alla fine è come dire di festeggiare la NOSTRA festa dei morti, il 2 novembre, un giorno prima.

E poi... mi fa ridere quando mi dicono che i bimbi devono scimmiottare il "trick or treat?" -dolcetto o scherzetto- americano...
Dovete sapere che qui in Friuli, il primo dell'anno, i bimbi andavano di casa in casa -tra questi anche il mio babbo- ad augurare il "bon princìpi"", ovvero l'auspicio che l'anno potesse iniziare nel migliore dei modi.
Ed anche in quel caso il ricavato -qualche lira, perlopiù mandarini, noci, caramelle e nocciole, veniva diviso tra tutti i ragazzini partecipanti, col naso rosso per il freddo, ma con una contentezza nel cuore pari a quella di noi mascherine alla fine del pomeriggio.

Perchè dimenticare le nostre tradioni? Perchè voler a tutti i costi uniformarsi a qualcosa di estero? Perchè cancellare secoli di tradizione? Aldilà che uno sia credente o meno, e che segua quindi le funzioni che la Chiesa prevede per il primo ed il due di novembre, perchè dobbiamo privarci di ciò che ci ha resi bimbi felici e non dare la possibilità a chi viene dopo di noi di provare queste emozioni?

mercoledì 26 ottobre 2011

Paolo Villaggio ed i friulani...

Tratto dal libro "Mi dichi" di Paolo Villaggio:

[...] i friulani, che per motivi alcolici non sono mai riusciti a esprimersi in italiano, parlano ancora una lingua fossile impressionante, hanno un alito come se al mattino avessero bevuto una tazza di merda e l’abitudine di ruttare violentemente.

Non ho parole.
E' come se io dicessi che i genovesi sono tirchi, ad essere buoni. Non si parla per stereotipi.

Non si offende un popolo sano e genuino, un popolo che lavora e che ha una sua dignità.
Anche su Facebook ho segnalato questa sua affermazione, commentandola in maniera poco positiva.

Non è degno di essere chiamato scrittore, non è degno di ottenere un ricavo dalla vendita di calunnie.

Siamo nel 2011, ma i pregiudizi sono sempre lì, davanti a noi.
Non voglio neanche difendere la mia terra: non ha bisogno di parole, i nostri fatti parlano da soli.

Non ho proprio parole.

lunedì 17 ottobre 2011

Indignata...

Indignata per i fatti incresciosi di Roma...
Per gente che NON sa manifestare, che non riesce a far sentire la propria voce senza per forza incendiare le macchine a persone innocenti, profanare chiese gettando a terra la statua della Madonna, prendendo a calci la porta di un edificio che si crede di uffici dello Stato, quando invece è abitato da famiglie di ufficiali.

Sono indignata, perchè se uno vuole manifestare e lo fa per far sentire i propri diritti, NON ha bisogno di coprirsi il volto.
Se ti copri il volto è perchè non vuoi essere riconosciuto, perchè sai che quello che stai facendo, non è positivo.

Ammiro il lavoro che hanno fatto le forze dell'ordine: son riusciti a non creare un altro mito "Giuliani", come a Genova.
Ne hanno prese tante, di botte, mentre guardo il reportage di "Terra!" su Canale 5.

Sono indignata perchè quei giovani, i black-block, hanno dei genitori, che forse non sapranno mai che i figli erano lì a fare casino, non a manifestare.
Scesi dai treni già armati di casco e manganelli, come hanno fatto vedere nei video.
Ragazzi senza cervello, uomini di mezza età senza intelligenza, privi della capacità di capire che la viokenza gratuita non porta a niente.

Sarei proprio curiosa di chiedere ad ognuno di quelli che era a manifestare, per cosa lo stesse facendo, cosa ci fosse in ballo e quale fosse la motivazione della sua "indignazione".
Credo che pochi sarebbero in grado di rispondere...

Possibile che solo in Italia ci deve essere questa gente??? Possibile che solo in Italia i giovani siano rappresentati solo da questa minoranza che proviene dalla maggior parte dai centri sociali?
Io non so cosa facciamo in quei centri, perchè non li ho mai frequentati...
Ma è questa la gente che un giorno governerà il mio futuro e quello dei miei figli?
Ammetto che ora non siamo messi meglio, ma di sicuro NON è questa la strada per la onvivenza serena in un paese moderno democratico.

Non ci sto. NO. No. NO.

martedì 11 ottobre 2011

Tener hambre...

E' così.
Sempre questa "fame" impossibile da soddisfare.
Riempire con altra acqua, un bicchiere che è già colmo.
Riempire un "buco" per diventare insensibile, per non sentire, per perdere qualsiasi contatto con quel corpo che non voglio vedere.
Uno specchio solo per il viso, mai a figura intera.

Io vorrei solo stare bene al mondo.
Smettere di macinare a mille pensieri su cibo, corpo e passato.
Vorrei solo mangiare un pezzetto di cioccolata e non sentirmi uno schifo.
Vorrei poter alzarmi la mattina ed inzuppare un frollino nel caffelatte, senza sentirmi gli occhi puntati addosso.
Perchè sì, so che la scelta migliore per me sarebbero una fetta biscottata,un po' di cornflakes o un frullato. So che se riprendessi in mano la dieta a Zona, starei meglio.
Il brutto è che SCELGO di non farlo.
Quasi a voler tenere in piedi il mio alibi. Avere un corpo da disprezzare per avere un capro espiatorio dei miei pensieri.
Avere una via di fuga per il non-amore per me stessa.
Nonostante io sia fortunata ad avere accanto una persona a cui piaccio così.

A volte mi chiedo come faccia a non vedermi... a non schifarsi per il mio stato...
Come faccia a dirmi che gli piaccio, che adoro la mia rotondità...

Ecco, affondo la mano nel pacchetto di chips.
E per un po', tutto tace.

lunedì 26 settembre 2011

Eppure... sentire...

Eccomi qui, dopo una lunga pausa, a riprendere in mano il mio blog abbandonato per un po'.

Quante cose son successe! Più o meno belle, aggiungerei.

Di bello c'è che a luglio ho passato l'esame e ora me ne rimane uno solo... speriamo in bene.
Di meno bello c'è che, durante un allenamento, mi è arrivata una pallonata anomala sull'orecchio... Ora, voglio dire, le pobabilità che la palla facesse quella traiettoria, era infinitesimale... eppure è atterrata proprio in pieno orecchio (il mio) perforandomi il timpano...
Non una cosa carina, no, no.
Medicazione per 20 giorni (il medico del pronto soccorso otorinolaringoiatrico ha avuto una delicatezza che ve la raccomando -non-), che alla fine non è servita a nulla perchè la lesione è rimasta.
"Sa, era un tentativo, abbiamo provato"... Non commento.

Ho preso un appuntamento da un otorino privato, lo stesso che ha operato mio fratello alle adenoidi e tonsille e che ha visitato molti che conosco, risolvendo, dove possibile, i loro piccoli fastidi o malattie.
La cosa che mi fa sperare, dato che il medico del PS mi ha detto che fra 6 mesi dovrei operarmi, è che questo privato a volte ha risolto le cose senza andare sotto i ferri.

Speriamo possa essere anche il mio caso.
Io intanto non vedo l'ora di tornare a giocare, anche se con calma.


Un altro punto che voglio manifestare, è la mia tristezza di fine rapporto lavorativo.
I primi di ottobre mi scade il contratto da stagista (6 mesi, con un rimborso di 500 euro, senza contributi, ferie o malattia) nel negozio di abbigliamento bimbi dove ho lavorato.
Mi sono divertita, ho imparato molte cose e a volte ho anche potuto parlare le lingue con dei clienti stranieri.
La cosa brutta è che sapevo già che non assumono, le cose erano chiare dall'inizio, ma comunque speravo...
Invece, c'è già il cartello - e credo anche che la scelta sia stata fatta- per trovare una nuova stagista, che con la nuova legge di agosto, deve essere neo-laureata o diplomata entro i 12 mesi.
La cosa che mi intristisce è che, durante il percorso, mi era stato offerto di prendere il posto dell'apprendista ancora in prova (circa 850 euro, ferie e malattia), perchè valutata non competente; solo che, avendo lei fatto già lo stage lì ed essendo diventata apprendista perchè quella precedente aveva trovato un altro lavoro, era già tutto compreso come i sei mesi di prova. E prima delusione andata, anche perchè poi la responsabile non sapeva nemmeno come trattare l'argomento con me.
Poi, dato che forse apriranno una filiale a mezz'ora da casa mia, e volendosi far trasferire là, la responsabile mi aveva chiesto se la volevo seguire.
Anche lì, non se ne è saputo più nulla.
Poi, il capoarea alla riunione le aveva detto che dopo me non avrebbe dato l'ok per prendere un'altra stagista, dato che gli ultimi fatturati non erano bellissimi, per poi vedere la scorsa settimana la sua mail dove dice di iniziare a cercarne una, dato che scade il mio contratto. In questo lasso di tempo, la responsabile mi aveva chiesto se volevo fare i sabati e le domeniche a chiamata, dopo aver parlato col capoarea. Io ho accettato di buon grado, pensando "Così durante la settimana vado in università e i weekend mi prendo qualcosina... e poi con loro sto prorio bene!".

Invece niente...
Ma io dico, ho ragione a sentirmi codì disillusa ora?
Ehccheccavolo! Se non si è sicuri, perchè avanzare proposte che non si possono mantenere?

Ok, non è il lavoro che voglio fare nellamia vita, però ce mi apprezzi, mi dici che vado bene, che sono gentile e mi so muovere, che succede?
E' davvero tutto solo una questione di soldi?

lunedì 22 agosto 2011

Commozione

Stamani, tornando a casa da un giorno di mare, mi fermo in una vietta all'mobra, mentre stavamo raggiungendo la macchina, per ringraziare il mio moroso per quella "fuga" e dargli un bacio.

Sentiamo un applauso, un lento battere di mani.
ALziamo lo sguardo, ed al terzo piano di un condominio lì vicino, un anziano in sedia a rotelle, ci saluta agitando la mano con calore.
Era un battimani per attirare l'attenzione... ed ha sorriso con noi...

A niente vale dire che ovviamente mi sono commossa...
Il primo pensiero è stato di tenerezza, poi di dolce dolore all'idea che prima o poi, vita permettendo, anche io sarò dalla sua parte, a gioire di baci che i giovani si scambiano e di cui non potrò più godere...

La vita è proprio un cerchio che si chiude...

Stasera vado a letto così, con nel cuore il sorriso di quell'anziano complice del nostro bacio.

lunedì 18 luglio 2011

Love...

Che bello...
Tornata da una mini mini vacanza...
Partiti sabato subito dopo lavoro e passato due giorni splendidi a Grado, con il mio amore, per festeggiare il nostro anniversari, anche se è oggi...

Dolcezza e risate...
E' l'uomo che vorrei nel mio futuro... ma diciamolo piano... sottovoce...

"A te che sei l'unico amico che io possa avere, l'unico amore che vorrei se non ti avessi con me, a te che hai reso la mia vita bella da morire"

martedì 5 luglio 2011

Attesa...

A marzo ho inviato una mia poesia ad un concorso...
una poesia n friulano...
non so cosa mi aspetto, anche perchè è la prima volta che partecipo...
averlo fatto è già molto, dato che la poesia è davvero un mettersi a nudo...

buona serata a tutti...
vado a nanna...
giornate lunghe ed intense...

mercoledì 30 marzo 2011

Un lavoretto...

Eccomi qui...
Venerdì finalmente vedrò il contratto, e se tutto va bene, lunedì inizierò un lavoro di 6 mesi come commessa nel centro commerciale a 3 minuti da casa mia.
E' un negozio di abbigliamento per bambini, ed è un contratto da stagista regionale...
Perciò le mie 39 ore a settimana per 500 euro al mese, non prevederanno contributi o altro.
Certo, è per sei mesi, e mi permetterà di finire gli studi, però io lo classificherei sotto ciò che credo sia "sfruttamento".

Sia chiaro, non parto con l'idea di sputare già nel piatto dove mangerò, perchè credo che comunque sarà un lavoro che mi piace...
E vero è che finchè non leggo il contratto non posso dire nulla.
La cosa che mi ha lasciata un pochino così è che prima mi hanno detto che la domenica le stagiste non lavorano, e poi invece che potrà capitarmi qualche domenica, perchè le condizioni degli stagisti sono cambiate...
Le mie ore saranno sempre quelle perciò a me va bene, purchè non siano tutte le domeniche. Per fortuna, a quanto pare, l'orari mi permetterà comunque di andare agli allenamenti di pallavolo... Ci ho messo 10 nni per decidermi di ricominciare, e non voglio mollare proprio ora...

Vabbè... Sarà quel che Dio vorrà...
Attendiamo, nel frattempo, venerdì.

domenica 13 marzo 2011

Non ci posso credere...


Non ci posso credere...
Sono invidiosa. Invidiosa di quelle ragazzine vanesie con le unghie finte curate, vestite alla moda, che hanno negli occhi la voglia di vedere com'è il mondo là fuori, sicure di loro stesse.
Io, che ho sempre odiato le cose posticce (dai capelli, alle unghie -anche perchè credo che non riuscirei a fare nulla-),che non mi tingo i capelli perchè non voglio "ricoprirmi" con qualcosa di finto,che più di tanto non seguo il glamour o la moda...
Io che ho sempre puntato all'esseziale e alla concretezza...

Destabilizzata.
E Invidiosa.
Brutta cosa l'invidia. Eh, già.

L'invidia per un tempo che non ho vissuto, per la voglia di poter spendere per me stessa una cifra diversa da quella sempre "tirata" che posso spendere, quando posso e non rinuncio in partenza per non chiedere.

E' come se stessi vomitando tutto ciò che mi rode dentro, in un solo momento.
Sto male e non so perchè.
So che non è solo questo. So che mi sto "disintossicando" dal passato. So che il mrcio vuole lasciarmi morire lì.

Ma qualcosa in me ancora vive e combatte ogni giorno con il mio "brutto".

Una violenza di pensieri inaudita.
Una voglia di urlare che mi serra la gola.
Non esce nulla.
Solo un lacrimone che ricaccio indietro perchè mi sono venua a noia.
Sempre la solita, ciclica storia.

Malessere, brutti pensieri, lacrime, sfogo e repeat.

mercoledì 16 febbraio 2011

St. Valentine's day...


Dato che lunedì sera avevo allenamento e che c'era la possibilità di avere l'esame martedì -slittato invece a lunedì prossimo- il regalo alla mia dolce metà, l'ho donato ieri sera: una bella cenetta.

Io e lui in salotto, con la tavola ben apparecchiata, i calici e una candela accesa, i miei in cucina con mia nonna e i miei fratelli... Sì, so che fa un po' ridere, ma è da due anni ormai che lo facciamo ed è un modo per avere l'illusione di un "nido" tutto nostro.
I miei ridono sotto i baffi quando mi vedono talmente innamorata da lavorare tutto il pomeriggio per il mio tesssssssoro, ma a me non importa. Finchè c'è amore, ci sono i pensieri dolci e le carinerie, e spero che questo duri per molto, molto, molto tempo.

Abbiamo iniziato con dei gamberetti fritti con farina di mais da intingere in una salsa agrodolce ai peperoni... yum! Poi risotto con granchio, patate al forno e medaglioni di salmone con una riduzione al pepe rosa... mousse con frutti di bosco e caffè...
E poi! beh mi sembra sufficiente, no?

Lui è stato molto contento di questo mio "regalo" - l'unica cosa che mi potessi permettere dato le ristrettezze economiche del momento- e a me è bastato vederlo felice e col pancino pieno. =)

Amo prendermi cura delle persone che amo, fosse anche solo prendendole per la gola!

venerdì 11 febbraio 2011

Help...

Sono ko.
E ne avrò fino a lunedì...

sabato 5 febbraio 2011

Una carota, un uovo, una tazzina di caffè...


Una storia che ho letto in un blog che seguo http://sonosoloio.style.it/
giovane ragazza venne dalla madre per lamentarsi di come la vita fosse così dura per lei.

Non sapeva più come cavarsela e aveva tanta voglia di piantare tutto; era stanca di combattere con le vicende della vita.

Sembrava che, appena un problema era risolto, un altro ne sorgesse a complicare le cose.

La madre la portò in cucina. Riempì tre tegamini di acqua e li depose sul gas a fuoco alto. Presto l’acqua cominciò a bollire. Nel primo mise una carota, nel secondo un uovo, e nel terzo una manciata di chicchi di caffè macinati. Li lasciò bollire per un certo tempo senza dire niente.

Dopo circa venti minuti spense il fuoco. Tirò fuori la carota e la depose su un piattino. Così fece anche con l’uovo, e versò il caffè, filtrandolo, in una tazza.

Rivolgendosi poi alla figlia, le chiese: “Dimmi cosa vedi.”

“Una carota, un uovo e del caffè”, rispose la figlia.

La madre le disse di avvicinarsi e di toccare la carota. Lo fece e notò che era soffice. Poi la madre le disse di prendere in mano l’uovo e di romperlo.
Dopo averlo tolto il guscio, notò l’uovo indurito dalla bollitura.

Poi la madre disse alla figlia di sorseggiare il caffè. La ragazza cominciò a sorridere al contatto con il ricco aroma del liquido che beveva.

Poi, chiese alla madre:

“Che cosa significa tutto questo?”

La madre le spiegò che ognuna delle tre cose aveva dovuto far fronte alla stessa avversità: l’acqua bollente.

E ognuna di esse aveva reagito in modo diverso.

1-La carota era entrata nell’acqua forte e dura…. Ma dopo aver lottato con l’acqua bollente, si era rammollita e indebolita.

2-L’uovo era entrato nell’acqua fragile. Il guscio sottile proteggeva il suo interno liquido, ma dopo aver lottato con l’acqua bollente si era indurito.

3-Il caffè macinato, invece, si era comportato in modo del tutto unico.

Dopo essere stato gettato nell’acqua bollente, esso aveva agito sull’acqua e l’aveva trasformata!

“Con quale di questi tre ti identifichi”, chiese la madre alla figlia?

“Quando l’avversità bussa alla tua porta, come rispondi? Ti comporti come la carota, come l’uovo o come i grani di caffè macinati?

Chiediti sempre “a quale di questi tre rassomiglio”?

-Sono come la carota che sembra forte e dura, poi a causa della sofferenza e dell’avversità divento soffice e rammollita e perdo la mia forza?

-Sono come l’uovo che all’inizio ha un cuore tenero e malleabile, ma cambia con il calore? Avevo un buon carattere e un’indole serena, poi a causa di una sofferenza causata dalla morte di una persona cara o da una depressione, una transazione finanziaria andata male o qualche altra prova, sono diventato indurito e gelido? Forse il mio guscio sembra sempre lo stesso, ma all’interno mi sento amareggiato e indurito, con uno spirito arido e un cuore duro?

-Oppure, sono come il caffè macinato? Se guardi bene, esso cambia l’acqua, cioè proprio quelle circostanze che gli procurano sofferenza.
Quando l’acqua si scalda, il caffè comincia a emanare il suo aroma e la sua fragranza.

Se sei come il caffè, quando le cose cominceranno ad andarti male, tu diventerai migliore e cambierai la situazione che ti concerne.

Quando ti senti male, e le prove della vita sembrano essere enormi, cerchi di elevarti ad un altro livello?

Come ti comporti nelle avversità? Sei come una carota, un uovo o come i grani di caffè macinato?

Possa tu avere abbastanza gioia da renderti dolce, abbastanza prove da renderti forte, e abbastanza sofferenze da farti rimanere umano, e
abbastanza speranza da renderti felice.

Le persone più felici non sono quelle che hanno il meglio di tutto;

Sono quelle che sanno tirare il meglio da quello che la vita riserva loro.

Il futuro più luminoso sarà sempre basato su un passato dimenticato; non puoi avanzare nella vita se non lasci andare gli sbagli del tuo passato e tutto quello che ti fa soffrire nel profondo.

Semplice, anzi semplicissima, ma quanto valore in questa storia...

venerdì 28 gennaio 2011

Un post datato 23 luglio...


Quando decidiamo di vivere realmente, il mondo intorno cambia.
Le cose sono più luminose, i volti più sorridenti, si notano aspetti della vita che prima rimanevano nascosti.
Io spero di aver squarciato il mio velo di Maya, di aver almeno creato una fenditura in quella tela davanti agli occhi che non mi lasciava vedere.
Spesso quando si decide di cambiare, il nostro essere richiama alla mente quei pensieri insani che ci fanno male, quasi volessero impedire l’incamminarci verso una nuova vita.
Tra pochi giorni compirò 25 anni, e tutto mi è stato chiaro.
Non voglio continuare a non vivere, a stare ferma sulla stessa mattonella per impedirmi di scegliere, e perciò di sbagliare.
Gli errori devono essere tali: esperienze da cui imparare, e non colpe, per cui non c’è riscatto.
Il passato è passato. Non posso continuare a vivere con lo sguardo volto all’indietro.
Bisogna mettere un punto a tutto. Ai pensieri negativi in primis.
Oggi mi sono stati fatti i complimenti, e mentre una volta avrei reagito nascondendomi dalla vergogna e dall’imbarazzo, oggi li ho accettati, e mi hanno fatto un gran bene.
Mi hanno fatto vedere che in me del bello c’è, qualcosa di cui gioire, anche se la prima reazione della mia mente è stata quella di mettere in discussione il complimento. Ma si sa, nessun cambiamento è semplice.
Sentirsi bene.
E’ una sensazione strana che non provavo da tempo, e dopo oggi, ho capito almeno qualcosina di quello di cui ho bisogno.
Ci vorrà molto impegno, ma credo di potercela fare.
Siamo venuti qui per vivere, e se sprechiamo tempo nell’inedia, nel girovagare in penseri poco costruttivi, se ci perdiamo in rabbia, invidia, tristezza, paura, le cose non cambieranno mai.
Certi, i momenti ‘no’ esistono per tutti, e vanno vissuti per come sono.
Non reprimendoli, perchè prima o poi ritornano, trasformati forse in qualcosa di peggio.
Meglio accettarli, sentirli –come un fidato amico mi ha consigliato- e sbriciolare la paura della paura.
Un cammino duro, ma che devo intraprendere.

giovedì 27 gennaio 2011

Concretamente mora

aderisco all'idea di Giulia (http://anemoneviola.style.it/)

Concretamente mora

Il tuo colore vero è il nero...al massimo il castano. È inutile nascondersi dietro improbabili look da Marilyn. Da vera mora sei affidabile, tenace, concreta. Tutti ti ritengono l'amica perfetta, una persona con la testa sulle spalle, la moglie ideale, la madre impeccabile e adorano la tua ironia e il tuo modo spigliato di conquistare la platea. In realtà anche tu a volte sei un po' melanconica ma cerchi di non farlo mai vedere all'esterno. E se hai deciso di farti bionda è proprio perché non ne puoi più di essere quella brava buona responsabile....e bla bla bla!

Non mi ci rivedo molto... provate!