domenica 8 marzo 2009

Eppure non basta...


...quello che faccio per cambiare.
Perchè poi, come stasera, mi sento di merda.
Sento che qualcosa dentro me è sbagliato. Sento che non sono comevorrei.
Sento che vorrei gridare. Così tanto, che stasera quasi soffoco.
Avete mai sentito qualcuno gridare e non avere quasi fiato per farlo? Ecco, in gola ho quella sensazione.
Non grido, perchè significherebbe dar di matto. Significherebbe dar a vedere che qualcosa non va. Ed io non voglio.

A cena mio padre mi ha chiesto che ho... "io non ti capisco. Un giorno sei contenta, poi come l'altro giorno mi preoccupi perchè sei stata il pomeriggio sul divano. L'ho anche scritto per incontro matrimoniale, io non ti capisco".
(Per chi non sa cosa sia, è un incontro per coppie, sposate o non organizzato dalle diocesi a livello nazionale, per comunicare meglio seguendo una via cristiana. Serve alle coppie per conoscersi meglio, e anche dopo molti anni di matrimonio, riuscire a dirsi molte cose che magari non si riuscirebbero a dire, mediante le parole scritte. Comunque, domani sera i miei genitori ospitano le altre coppie.).
Ecco... lì ho sentito una lama affondare dentro me.
Ho sentito un dolore forte. Nel petto.
E mi sono sentita sbagliata. Mi sono sentita un problema.
Che è ciò che sono per tutti.
Un problema. Una crisi da contenere. Una persona da prendere con le pinze per la paura della sua reazione. Un peso. Una persona a cui rivolgersi solo quando non si ha di meglio da fare.
Mi sono sentita un niente.
Un non-valore.
Continuo ad annaspare e vado sempre più a fondo.
Sono sempre più i giorni in cui non vorrei svegliarmi. Perchè tutti si aspettano che io stia lì a sorridere.
"Ma, ridi mai?", mi chiede mio padre... E mi sento ancora più di merda.
Rido, sì, diamine!

Ecco, sono io.
Ora ,tutto mi è apparso chiaro.
Sono io a non essere quella giusta.
Per nessuna delle persone che mi sta attorno.
Sono una strana. Una con le "paturnie".
Ed allora lasciatemi stare. Lasciatemi vivere nel mio mondo. Che non sarà reale, ma che almeno non mi fa male.
Prendetemi pure in giro "amiche" mie, per i miei timori. Fatemi pure sentire ancora più minuscola di quanto io non mi senta già dentro. Ne ho passate tante, passerà anche questa.
Ricomincerò a rifugiarmi nel mio mondo fatto di carta e di lettere stampate. Riaprirò i vecchi romanzi, ritroverò la mia fantasia.
Perchè è solo quella che mi tiene viva.
Solo i sogni. E non m'importa se non si avvereranno. La realtà è deludente. Questo lo so da me.
Le mie zavorre, fisiche e mentali, insieme a quelle del passato che si trascina nell'oggi, le posso portare solo io.
E così farò. Perchè è la mia vita, e nessuno la può vivere per me, purtroppo.
Allora, lasciatemi scegliere come portarle.
Lasciate che sia io a decidere quando ridere. Quando piangere. E se vi sembrerà che sono più i giorni in cui piango, rispetto a quelli in cui sorrido, lasciatemeli vivere.
Perchè evidentemente il mio animo ferito, è proprio di quello che ha bisogno. Di lasciare gli ormeggi e prendere il largo, di allentare le costrizioni che mi tengono legata ad un'aspettativa di me che non mi rispecchia; lasciatemi disinserire il pilota automatico.
Lasciate che io possa arrabbiarmi, fare una sfuriata, se ce n'è bisogno.

Smettetela di farmi sentire insicura. Smettetela di farmi sentire sbagliata.
Smettetela di guardarmi così.
Perchè più lo fate, più io sarò questa.

E proteggerò il mio mondo, creandomene uno esterno che copre tutto.
Cosicchè nessuno possa entrare nella mia oasi.
In modo che nessuno possa farmi perdere il senso di spazio e tempo, e farmi perdere ogni controllo.
Perchè voglio che la mia testa sia sempre presente. Nulla deve lasciarsi andare.
Non la mia mente, non il mio corpo, non il mio cuore. Nulla e nessuno deve entrare nella parte più profonda di me.
Perchè lì sto ancora ricucendo le mie ferite. Quelle che da molto ormai sono lì. dove, quel poco che riesco a fare, non ha tempo per rimarginarsi, che arriva un altro colpo.
No.
Sono stanca di raccogliere i pezzi di me.
Sono stanca di andare a letto col magone. Sono stanca di sentirmi sempre mancante in o di qualcosa.
Sono stanca di dipendere. Dal cibo per tappare i buchi; dall'affetto per tappare i buchi che l'affetto stesso crea; dalle idee, dai giudizi, dal passato che non tornerà, dai sogni che mi hanno rubato, dal pensiero che qualcuno mi ha portato via la mia adolescenza.

Queste cose... Queste maledette cose, chi me le ridarà?
Chi mi ridarà indietro quella che io ero?

Nessuno. E allora, per favore, non pretendete da me cose che non posso darvi.
Non pretendete che io ami solo perchè ci sono dei legami ovvi.
Non fatemi sentire debole perchè amo in un modo diverso dal vostro.
Non fatemi stare male se sento che per qualcuno non provo amore, ma un tenue affetto.
Non fatemi sputare sangue per vivere la vita di ora. Non mi condannate per la mia eterna sfiducia nell'altro.
Perchè a me serve ricostruire quella che ho perso.
Perchè se ora sono sconnessa, è perchè qualcuno, in passato, mi ha usata. Qualcuno mi ha ingannata.
Qualcuno ha preso in giro il mio amore.
Qualcuno ha calpestato la mia ingenuità.

E scusate tanto se non rido. Scusate se con queste parole offendo persone con problemi e dolori più grandi.
Ma a me è capitata questa vita. E faccio una fatica enorme a trovare di che sorridere PER me, DENTRO me.
Arida. Ecco, forse è ciò che sono.
Un terreno impossibile da coltivare.
In tanti hanno provato a gettarci un semino. Ma niente, imperterrito, non attecchisce.
Nonostante sia piovuto.
Nonostante a volte splenda il sole.
Non ne vuole sapere di germogliare.

Ed è evidente che il problema sono io.
Che qualcosa in me non va. Che qualche connessione, in me, è sbagliata.
E devo solo prendere coscienza, nuovamente, che sono io.
E che cambiare, non si può.

4 commenti:

Kylie ha detto...

Ciao cara, come stai? Un abbraccione

maimatto ha detto...

Scrivi divinamente.
e sai come ti ho trovata? ho incollato su google:

sono diverso, "scusatemi".
sono diverso, "lasciatemi perdere".

Una frase di F. La cecla dal "Malinteso" antropologia dell'incontro. (consiglio!)

maimatto ha detto...

Sei bellissima! e sai come ti ho trovata? ho incollato su google:

sono diverso, scusatemi. sono diverso, lasciatemi perdere.

una frase di F. La cecla dal "Malinteso" antropologia dell'incontro. (consiglio!)

Rainwoman ha detto...

@maimatto: Grazie per il consiglio! Da avida lettrice me lo procuro subito!