lunedì 28 dicembre 2009

Obsession...


That's it!
Questo è ciò che la mia mente ha prodotto. Ovvero, che è un'ossessione.
E che invece di fare passi avanti, ne faccio indietro.

Punto e capo.
Penso al mio passato, alla volontà che mi manca nel presente, alla vita diversa che vorrei, alla MIA vita che vorrei. Ne prendo atto e... basta.
Non ho la forza di volontà per andare avanti, quel "quid" che ti porta ad un risultato.

E' un'ossessione. Ed invece di spronarmi, mi fa calare ancora di più nel baratro di un corpo che non voglio, che non riconosco, che non voglio mostrare e nemmeno far vedere, se solo potessi.

Invisibile. E' la parola che ha fatto capolino nella mia mente. Non essere donna, essere un' A-donna, anche se il valore privativo di A qui davanti non esiste.
Mascherare il corpo, le forme, timore di poter attrarre.

E questo credo si riconduca al passato. Eliminare le forme, per non creare pensieri negli altri.
Confondere le forme, dando al mio corpo un'unica forma.
E in questo mi sto impegnando davvero.
Mangiando ciò che mi capita a tiro. Senza aver fame.
Solo per riempire quel "buco" maledetto che ciclicamente si ripresenta.

Vorrei prorpio capire che cazzo mi manca, santo cielo!
Scusate le parole pesanti, ma sono così arrabbiata, che mi odio da sola per qusta mancanza di "palle".
Piango lacrime di coccodrillo. Lo so.
Val niente mangiare e poi lamentarsi.
Ma io non mi sto lamentando. Sto cercando di titrar fuori quel marcio che dentro sta trasformando anche le cose belle.

Quando mi sento così, vorrei solo essere e stare da sola. Non avere nessuno intorno. Essere sola. Io e basta. E andarmene.

Farmi una vita da capo. Poter essere nuovamente bambina, e adolescente poi. Avere qualcuno che mi dica che mangiare così non è normale. Non è da ragazzina che è in salute e che quindi deve mangiare perchè deve crescere.
Direi che il mio metro e 80 sia sufficiente.

Vorrei che nella mia nuova infanzia qualcuno mi faccia sentire non dico bella, ma carina. Per acquistare quella fiducia in me che manca ormai da più di 20 anni.

Mi sentivo forte solo protetta dalla divisa da gioco di pallavolo.
Lì sì, anche se sempre con umiltà, sapevo cosa sapevo e non sapevo fare.
Lì sì, mi sentivo capace, matura e forte.

Quando tutto mi è stato portato via senza quasi che io capissi come, il mio mondo era sparito.

E cadere giù, andare sempre più a fondo è stato qualcosa di sconvolgente.
Non arrivava mai la fine di quel periodo, e credo di esserci ancora dentro.

Non sono serena. Non sono contenta di me.
E finchè non lo sarò, so che la mia saluta ne risentirà.

Il senso di fallimento, di scoramento e di impotenza è forte.
Forse mai come questi due giorni.

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