La prima parte mi viene naturale...
La seconda, un po' meno. Ho sempre paura che chi mi sta vicino, lo faccia per compassione, o per ottenere qualcosa.
E' stato un difficile e progressivo percorso il mio, per imparare sa lasciarsi andare. A lasciarsi amare.
A rendersi vulnerabili. E ipoteticamente toccabili da qualche sensazione negativa.
E' stato difficile imparare a mettersi in gioco. Ascoltare le verità Smetterla -anzi, dato che non ci riesco- cercare di smetterla di essere permalosa.
Ah (sospiro)... Lavoro duro. Specie per una col mio carattere.
Perchè mi richiudo in me stessa. E ferma, rimango lì.
"Tanto, a cosa serve? Tanto loro mi vedono così".
Invece basta un gesto d'amore. Una visita inaspettata. Un risveglio con un bacio.
Una carezza sul viso. Una parola dolce.
E il tumulto. La tempesta nel cuore. Il turbine che hai nell'animo. Quello scombussolìo che solo tu sentivi. Scompare.
E rinasci. Ti senti di nuovo felice. Hai voglia di fare progetti.
E a me questo succede.
Per fortuna sono sempre meno i momenti in cui mi sento uno sconforto unico, che nessuno riesce a curare.
Credo anche che, ammettere di avere una tendenza all'abbattersi, allo sconforto, voglia dire voler provare a cambiare. Con fatica, certo, ma ma migliorare si può. E renderci conto di aver sbagliato comportamento, e chiedere scusa, sono per me due passi da gigante.
A chi legge, di certo sembrerò una squilibrata. Ma essendomi sempre mancato l'equilibrio, ora che cerco di averne uno, si notano ancora di più i picchi...
Amo. E voglio riuscire a farmi amare.
Impresa, lo so.
Ma voglio farlo.
1 commento:
buon inizio settimana
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