mercoledì 17 giugno 2009

Ma questo, cos'è?

Cos'è quello che sento?
Quella sensazione di benessere che provo solo al vederlo... La calma che provo quando mi sta vicino...
Ha un nome, credo, ma a volte ho paura solo a pensarci. Paura che possa finire.

Ieri cena dalla mia amica. Ero un po' tesa, invece la serata è andata benissimo. Sembravamo due coppie che escono insieme da molto.
E abbiamo parlato anche di quel qualcosa che nel mio passato ha fatto in modo che le cose prendessero una piega diversa. E che mi ha fatto stare molto male.
E che mi fa essere ciò che sono ora.
Lui era lì. Vicino a me. Ed è stata la prima volta in cui ne ho parlato senza voler subito chiudere il discorso, senza voler mettere tutto a tacere perchè ogni volta è riaprire una ferita.

Tornando a casa, mi ha chiesto se mi sento protetta. E io ci stavo proprio pensando.
Che sì, mi sento protetta.
Però ho paura. Non voglio sentirmi protetta solo quando lui mi sta vicino, perchè lui non ci sarà sempre nelle situazioni in cui mi troverò in difficoltà.
E lui mi ha detto che ci sarà. Che non mi lascerà.

Ed io cos'ho pensato?
Ovviamente ho ridimensionato tutto. Ecco, appunto. Non permetto a me stessa di godere di questi momenti. Perchè è come se inconsciamente non volessi crederci. Ho paura che prima o poi finisca. Ed è come se volessi proteggermi almeno un pochino. Come se volessi tenere in salvo una piccola parte di me.

Ma questo non perchè non credo nei nostri sentimenti, ma perchè nella mia vita le cose a cui tenevo, difficilmente sono rimaste per molto.
E' brutto che io sia così. Me ne rendo conto.
Perchè sento che mi irrigidisco.

Ora che scrivo, penso a quando lui mi viene vicino e magari così, di punto in bianco mi dà un bacino sulla guancia, o mi abbraccia.
E' quello che il mio cuore, la mia anima, il mio corpo chiedono. Invece la mia testa cosa pesa? Cosa diavolo dice alle labbra di proferire????
"Che hai? Come mai mi dai un bacino?".
No! Ora io dico... Sei forse fulminata?
Voglio dire, è ciò di cui hai bisogno, ciò che pian piano sta risanando le ferite del passato, e riesci ancora ed essere così sospettosa???
Lo sono perchè penso troppo. Lo sono perchè non riesco a dirmi "Sì, Chiara. Anche tu puoi essere felice, non lo sapevi?".

Castrazione continua, invece.
Anche se mi sento migliorata. Vedi affrontare una cena senza attacchi di panico, da un anno a questa parte.
Vedi il fatto di proporre le cose, di decidere cosa fare, di dire qualcosa senza paura di sbagliare.
Vedi il fatto che farmi abbracciare da lui mi venga naturale, quando io con il contatto fisico, dopo quell'esperienza, avevo qualche problema.

Io voglio vivere i miei sentimenti.
E piano piano sto imparando a uscire dai miei circoli di negatività quando ci entro. Sto imparando a riconoscere quando il mio "IO" negativo si fa avanti senza un valido motivo, ho imparato a circondarlo e farlo fuori.
Perchè il mio umore influisce anche sulle altre persone, quelle che mi vogliono bene.
La mia famiglia, gli amici, lui.

Oggi sono stata poco bene, per la pressione bassa e poi credo qualche recondita paura della morte, dopo gli ultimi eventi.
Sento bussare alla porta della camera. Mia madre che mi dice "E' il medico". In un nano-secondo penso "Oh Signore, quella ha chiamato anche i medico adesso!!!".
Invece era lui. Prima di andare a lavorare è venuto a trovarmi.
Io mi sono illuminata solo a vederlo. Mi sono sentita subito meglio. Il mio cuore faceva i salti dentro il petto.
E manca poco ad un anno. Che a me sembra poco e tanto nello stesso attimo. Poco, perchè mi sento come all'inizio. Tanto perchè significa consolidare quello che c'è. Significa impegnarsi a fondo. E sto scoprendo di avere paura del tempo.
Mi basta vederlo arrivare che gli occhi, le labbra, il cuore si aprono in un sorriso.
Io questo lo chiamo col suo nome.
Proprio quel nome "lì".

Nessun commento: