mercoledì 27 febbraio 2008

A qualquier dolencia el remedio es la paciencia...



Eccomi qui, dopo un'estenuante giornata a scuola. Parto alle sette e torno alle sette. E non ho problemi con le targhe alterne, dato che arrivo prima e me ne vado dopo i termini della restrizione. Ieri e lunedì abbiamo fatto 4 ore di letteratura italiana. E' un corso del primo anno, ma lo riseguo perchè quest'anno il prof. è molto competente, spiega bene e vorrei rifare lo scritto in modo da arrivare all'orale con un bel voto, visto che quando l'ho fatto, non ero proprio al top.

Dunque... Che dire?
Beh, la nebbia finalmente rende meno spericolati gli automobilisti al volante, costringendoli ad andare piano, e questo non mi dispiace.
Ieri visita al Gervasutta per il polso, e mi han detto che sto discretamente bene, e che ci saranno da fare solo una decina di sedute di riabilitazione di una mezz'oretta l'una. Non riesco a fare tutto, ma non mi lamento. Non posso tirare, spingere, o alzari grandi pesi, ma le mie cosuccie riesco a farle, anche se stasera, per il tanto scrivere, mi fa davvero male.
Anyway...
Ci sono un po' di cose che mi frullano nella testa ultimamente... Il desiderio di poter tornare indietro nel tempo per fare meglio certe cose, ad esempio. A volte mi sento proprio stupida nel vedere come posso aver sprecato delle occasioni di miglioramento. Lo voglio vedere come segno di cambiamento, di perdita di almeno un pochino di quel prosciutto che mi fodera gli occhi.
A volte mi sento proprio ingenua... Ma non quell'ingenuità "beata" dei bimbi, che si ammette; direi piuttosto un'ingenuità consapevole, che a volte mi porta ad essere quasi una sprovveduta.
Ormai ho 22 anni, ma dentro mi sento indifesa come un pargolo. Immagine buffa, a dire il vero, ma è quello che sono. Sarei BUGIARDA a dire che non lo sono.
Tornando ad una riflessione fatta oggi, forse il mettere nero su bianco quello che io vedo essermi difetto, mi fa quasi da muraglia protettiva. Io vi dico come sono ed il peggio che potreste avere da me, in modo che, se dovessi ricevere qualche rifiuto, ecco che con la mia morigeratezza, non me la prendo a male più di quanto non mi aspetti già.
Non è una bella prospettiva di vita, me ne rendo conto. Vivere con la costante paura di sbagliare ancora, di deludere nuovamente è quello che mi porta da qualche anno a questa parte, ad essere così... insicura, a volte al limite della paranoia. Sì, paranoia... va bene???
Mi sembra sempre di non essere abbastanza brava, abbastanza diligente, abbastanza matura, abbastanza bella, abbastanza brillante... Spargetele un po' qua e là a seconda delle situazioni.
Sto cercando di capire se questa mancanza di autostima abbia radici diverse, ovvero se ci sia qualcos'altro rispetto al fatto fisico.
Scavo, scavo, nei ricordi, nella famiglia, e non ne vengo a capo, non trovo il bandolo della matassa.
C'è una mia amica che mi dice che penso troppo... Non riesco a non pensare! Alle donne piace pensare, è il modo con cui esprimono i propri sentimenti, con cui elaborano le esperienze e con cui cercano di crescere dentro. E non credo di essere la sola a farlo...
In queste sere, al momento di coricarmi, sento LA mancanza. Si ripresenta, a fasi alterne... Ogni tanto bussa alla mio cuore, e se non la lascio entrare, sfonda ugulamente la porta, e poi è peggio... bisogna chiamare il fabbro per rimediare a tutto.
Sento la mancanza di una persona da amare. Ok, ok, so che non è questo il luogo più adatto, ma l'idea di questo blog era di avere un posticino tutto mio dove poter raccogliere le idee.
Ecco, la solita... Mi scuso perfino nel mio blog di provare questa mancanza, come se fosse un reato... Mah... Comunque sia, il fatto resta che mi manca una compagnia. Ma non un compagnuccio di giochi o di merende, ma una persona con cui fare un percorso, con cui crescere, cercando di camminare fianco a fianco, per costruire qualcosa in me, in quella persona, e nel mondo che ipoteticamente ci circonda.
Uff... Non è svanita la voglia di migliorarmi che ho espresso nei post precedenti, sia chiaro. Ma a volte vorrei essere io la persona accudita.
Di solito sotengo, ascolto, preparo, accolgo... Però a volte vorrei essere oggetto di un'azione inaspettata, di un moto d'affetto diverso, fuori dal solito luogo (il bacio di partenza o l'abbraccio di ritorno -seppur sempre per nulla al mondo scontati- perdonate la frase sconnessa).
Ora devo andare che stasera ho riunione. Un ultimo pensiero per voi... Dedicatelo alla persona per voi speciale!

Farò della mia anima uno scrigno per la tua anima,
del mio cuore una dimora per la tua bellezza,
del mio petto un sepolcro per le tue pene.
Ti amerò come le praterie amano la primavera,
e vivrò in te la vita di un fiore sotto i raggi del sole.
Canterò il tuo nome come la valle canta l'eco delle campane,
ascolterò il linguaggio della tua anima
come la spiaggia ascolta la storia delle onde.
_Kahlil Gibran_

1 commento:

Giulia ha detto...

ciao chiaretta,
come stai?
Spero meglio.
Eccomi qui a scriverti due righette.
Oramai è inutile che ti ripeta di farti coraggio, di vincere ecc. perchè sappiamo entrambe che nessuna parola riuscirà a darci il via giusto perchè oramai sono tutte parole sentite e risetite chissà quante volte, è un po' come quando una medicina non ti fa più effetto (assuefazione?non so se è questo il termine giusto).
Invece ti posso dire che ti voglio un mondo di bene e che per te ci sarò sempre.
Quando si sta così manca l'affetto, mancano delle belle parole, manca l'amore, ma vedrai che arriverà presto anche per te perchè te lo meriti e basta. A volte nemmeno l'amore riuscirà a farti sentire meglio perchè quel stare bene che tanto cerchiamo lo possiamo trovare solo in noi e tu sai benissimo che sono anni che lottiamo contro noi stesse, a volte riuscendoci, ma tante altre volte no.
Quando avremo padronanza dei nostri corpi e soprattutto delle nostre menti riusciremo forse a dire di stare bene.
Non so quando succederà questo, ma io e te ce la faremo.
Un grande abbraccio Chiara e ricordati che Giulia ti vuole bene, tanto bene.
a presto
Giulia