lunedì 17 dicembre 2007

Rosso relativo...

La adoro... e' il mio modello di donna... E' la persona che vorrei essere. Grandi doti vocali, mi fa venire i brividi ogni volta che la sento, mi emoziona, riesce ad accompagnare le mie emozioni con ogni nuovo singolo... Un piccolo omaggio a quest'artista che io considero unica, a dispetto di tutti quelli che mi dicono che è una cantante per depresse... Guarda caso, proprio lei che riceve riconoscimenti internazionali e sa parlare inglese e spagnolo, a differenza di molte altre "stars"...

Detto questo, passo a riprendere il discorso di Giuly, che mi trova d'accordo con tutto quello che ha scritto.
Credo non ci sia abbastanza attenzione e conoscenza del cosiddetto "male del secolo", la depressione. Spesso il male di vivere viene scambiato per svogliatezza, poca voglia di fare, scarso interesse per le cose o per gli altri. Ma non è così.
Spesso è scaturita dalla scarsa considerazione di sè stessi, dalla scarsa autostima, che rende la visione del mondo catastrofica e senza possibilità di miglioramento.
Chi non ha mai provato questa esperienza, potrebbe arrivare a pensare che queste persone hanno solo poca voglia di fare.
Invece, la voglia di fare c'è. Spesso sono proprio i pochi slanci vitali, i piccoli desideri, o i desideri di grande cambiamento, a tenere a galla queste persone.
"Da domani, mi metto a dieta sul serio!". "Da domani, mi impegno di più sul lavoro!". "Da domani mi iscrivo a quel corso che da tanto sogno di fare"...
Poi... Arriva il giorno dopo, e lo slancio, la volontà di fare non c'è più. Si è persa nella notte, il sonno se l'è portata via, e il senso di frustrazione che rimane, di inadeguatezza, di sconfitta per non essere stati in grado di mantenere i propri propositi, si fa strada nel cuore ed alimenta il grande buco che c'è già in te.
La maggior parte delle volte, chi ti sta accanto prende queste tendenze di scarso amore per le tue cose, come vittimismo, come ricerca di attenzione, e ti dipinge come perdente agli occhi della società.
Chi soffre di questo, in forme più o meno lievi, non è un perdente. Ci sono state cose nel suo passato-passato e nel suo passato più recente, che hanno portato questa persona a costruirsi una specie di armatura... Inizia a non voler parlare con nessuno, a rispondere con mugugni, ad evitare i momenti ed i luoghi di socializzazione, ad evitare le situazioni di confronto, che non fanno altro che irritarlo ulteriormente e farsi sentire ancora più inadeguato.
A volte si vorrebbe piangere fino allo sfinimento, per far uscire quella sensazione che rode dentro. Ma il più delle volte, si manda giù tutto, s'inghiotte quel groppo in gola, che quasi ti soffoca. Tutto per non far vedere agli altri che qualcosa non va, e per non vedere nei loro occhi ancora una volta, quell'espressione di compatimento, che al momento proprio non potremmo sopportare. A volte si ha la sensazione di soffocare, prima di prendere sonno, quando il cuore batte all'impazzata.
Si arriva perfino ad odiare chi "riesce". Chi ha progetti e fa qualcosa in suo potere per realizzarli, chi ha qualche talento e cerca di portarsi sulla strada dello sfruttare, divertendosi, questa sua inclinazione.
Ed invece di spronarci, ci porta a voler sprofondare sempre più. A volerci nascondere dietro a cespugli sempre più alti.
Farsi aiutare spesso è un pensiero presente, ma si pensa sempre di riuscire a fare da soli, e che "noi non abbiamo bisogno di uno strizzacervelli".
Il mal costume che vede queste figure professionali come qualcosa di estremo, spesso porta le persone a rimandare la loro consultazione. Quando invece, a mio parere, tutti dovrebbero andarci almeno una volta. Dipende da chi si sceglie, ma ogni volta si scoprono cose incredibili. Desideri, ansie e pensieri sopìti, o semplicemente cancellati dalla nostra mente che non ama quasi mai ricordare, riaffiorano in quella testolina che i più credono malata.
A mio parere si dovrebbero aprire gli occhi ed il cuore, per capire queste persone e non farle sentire più emarginate di quanto non facciano già da sole. Ci vuole pazienza, ma soprattutto coraggio a voler entrare nella loro mente.
Pronta al dibattito, ora scappo. Un bacio.

1 commento:

Unknown ha detto...

Cualchi vôlte al baste une peraule cualchi vôlte no si si svee nancje cun tun taremót. Savê ce ch'a si é al iude a fâ ce ch'a si varès di fâ ma a nol é facil di cognossisi e cualchi vôlte sa no rive le pidade tal cûl a no si rive adore a lâ indenant:-)
Fuarce, che tant ch'a tu vâs indenant a no tu vâs indaûr ! :-)