lunedì 22 ottobre 2007

In cammino...

Finalmente mi sento viva, piena di energia, di voglia di fare. Aiuto mia madre, stiro, mi prendo cura della casa, che se è in ordine, vivo anche meglio.
Ho più voglia di parlare con i miei, con i miei fratelli, con le persone (mille!) che passano per casa mia, con chi mi rivolge la parola o mi chiede aiuto in università. Sento che sto rinascendo, sento che sto cambiando, anche se, come la scora settimana, ho avuto una ricaduta. Ma credo sia normale. Sto facendo un cammino di ricerca, per cui credo sia anche giusto ogni tanto ricadere, per darmi poi modo di imparare a risalire nuovamente.
Sento che qualcosa cambia: ok, ammetto che questa settimana col cibo è andata male, ma credo perchè avevo lasciato perdere la volontà e l'impegno in questo cammino.
Troppe cose insieme, tanti cambiamenti probabilmente mi hanno spaventata come sempre, così mi sono sabotata mangiando; che poi ho scoperto essere il motivo dei miei mal di testa.
Infatti quando mangio tanto e male, continuamente, dolce o salato senza distinzione, solo per mettere a tacere quella sensazione di abisso che sento dentro, è come se mi "ingolfassi" ed il mio corpo mi dicesse che qualcosa non va. Come faceva un po' con il mal di stomaco, quando lavoravo.
Come ho letto nel "libro" famoso, devo imparare ad ascoltare il mio corpo, e non metterlo a tacere ogni volta che mi dice qualcosa che non voglio sentire... Giuly, forse tu mi capisci.
Così oggi ho ripreso a mangiare bene e in modo giusto, insieme a mia madre; non voglio ricadere nel mio solito giochetto mentale "Brava scema, hai mangiato tanto e quindi tanto vale che continui, tanto ormai... ". Invece NO!
Ok, ho fatto una settimana di cazzate, ma adesso basta. Si riprende la via per stare e per volersi bene. Due settimane fa, che mi sentivo benissimo, ero anche più in armonia col resto. Quindi devo imparare a stare bene mentalmente, per stare bene anche col mio "contorno".
E come dice il libro, devo imparare a stare da sola. Attenzione, non "isolata", che ha carattere negativo, ma "sola", cioè in equilibrio con me stessa in primis, per poi saper stare in equilibrio insieme alle altre persone.
Quando D. si è rifatto vivo, mi sono appoggiata completamente a lui, ma oggi ho "riaperto" gli occhi ed ho capito che non devo. Primo perchè lui e la fidanzata che mi teneva lontana, si sono appena lasciati; e poi perchè non posso avere una dipendenza d'affetto.
E' vero che lui mi tira sempre su di morale, e mi capisce molto bene, è dolce e premuroso, però non posso appoggiarmi.
La prima settimana di università, quando ci siamo rivisti per un caffè, mi ha detto che mi trovava diversa, luminosa, come se qualcosa in me fosse cambiato. Così gli ho detto del medico, dei libri, del "viaggio" che ho iniziato...
Sono rimasta un po' sorpresa del suo capire molte cose prima di aver avuto il tempo di potergliele dire io stessa. Beh, questo vuol forse dire che sono diventata davvero un pochino più positiva...
O per lo meno lo spero. Però è certo che è per me importante.
Me ne rendo conto dalla voglia di fare che ho, dalla capacità ritrovata di stare concentrata per più di un'ora, per arrivare poi agli antichi tempi di concentrazione... Nella voglia di andare ogni mattina molto presto in piazza I maggio per trovare posto libero per il mio bolide e magari restare in università fino alle sei, tra corsi e studio in biblioteca.
E poi arrivare a casa e voler dare una mano a mia madre, provvedere al pranzo o alla cena. Come oggi: è stato bello poterle dire "Vai di là, sul divano, tranquilla". Si è potuta vedere in santa pace la Prova del cuoco, mentre mia nonna in cucina si vedeva Forum, e dove io "operavo".
Mi sono sentita orgogliosa. E sia ieri che oggi, ho rassettato la cucina senza aspettarla , mentre era al telefono, in modo da farle trovare già tutto fatto al suo ritorno dalla chiamata con gli zii.
Io imparo e mi rendo utile,e lei si stanza meno. Sono orgogliosa quando faccio questo; mi si riempie il cuore e la sensazione che provo è simile a quella che sento quando guardo un bimbo piccolino. Non so, ma è come se qualcuno mi prendesse il cuore e lo stringesse, piano piano, in una mano. E' una specie di dolore piacevole. Non so se lo abbiate mai provato...
Sono io ora, sto cercando di essere quella che sono; sto cercando di togliermi di dosso il fango a strati di odio e male che sentivo, che mi ha portato il passato, e che piano piano sto cercando di ricollocare al giusto posto e a cui sto cercando di dare l'esatta importanza.
E' difficile combattere una cosa che hai in te da molto e che ti ha cambiata così tanto, da portarti a credere di essere fatta proprio così.
E' bello, invece, sapere di poter "rinascere", evolvere, diventare altro... Anche perchè la vita stessa è evoluzione, mentre per me si era bloccata, e non progrediva.
Continuo a guardare al passato, è vero; però ora lo faccio intermezzando questo con un'occhiata al presente. E vedo che lo faccio sempre più di frequente: cerco di vivere di più il presente, in modo che quando sarà "passato", possa essere bello, sereno; in modo che ci sia qualcosa di piacevole da ricordare.
Certo, non tutte le giornate sono positiva ed energica, ma sto cercando di imparare a reagire.
Una giornata inizia male? Ok, niente paura! mi fermo un attimo a riflettere che succede, lascio a questo pensiero il giusto spazio, però poi cerco di girare pagina, di sorridere, di cantare ( e Giulia sa come...ih ih ih e dove...ih ih ), di fare qualcosa che renda buona quella giornata.

Ehm... ho riletto ciò che ho scritto e... beh... sembro sotto l'effetto di droghe, figlia-dei-fiori-style, ma non è così! Si mi sento bene, ma senza droghe.

Ieri sono andata a vedere mio fratello minore alla partita di calcio. Premesso che non lo vedevo da 6 o 7 anni credo perchè prima la domenica giocavo io, poi ho iniziato a lavorare, ero molto emozionata.
Mi sentivo come una madre credo si possa sentire nell'accompagnare il figlio alla prima partita di calcio.
Orgogliosa e preoccupata allo stesso tempo. Beh, Giuly mi conosce e non per niente la mia amica K. mi chiama "sborfedôr" (=annaffiatoio), fatto sta che stavo per piangere in due occasioni... Una volta quando mio fratello ha abilmente dribblato due giocatori e dal centrocampo è avanzato per appoggiare poi la palla, e l'altra quando ha fatto un cross, praticamente sui piedi dell'attaccante che ha poi fatto il 2-0.
Ero come una chioccia... Che ridere...
Beh, se sono così contenta ora e serena devo ringraziare la mia family, Giuly (che sa sempre avere per me parole uniche), le amiche di sempre, e le nuove amiche, le new entry, oltre che D.
Bacini! Scappo a preparare la cena!

P.S: Vi consiglio di ascoltare "Soli a metà" cantata da Manuel Aspidi...

P:S. x Giuly: quello che trovi in questa pagina è quello che ho tratto da una parte della lettera per te. Ovviamente per te ci saranno diversi particolari in più. ¡Te quiero!

2 commenti:

Unknown ha detto...

Ben, scûse ma il blù de âghe al mi somee cussí ben une furlanele ch'o no rivi a associâ il test cun le foto:-)

Unknown ha detto...

Hmm,...Al é vêr ch'o no voi plui in glêsie che pai matrimonis e ch'o cjali il cîl zence pensâ al paradîs dal dopo muart ma dome al plazê di vivi dal ogni di':-)