lunedì 5 maggio 2008

Kiss the rain...


Piove. Voglio dire... E' lunedì e piove.
E leggo il post di Giulia. E sembra che senta ciò che sento io. E sembra che un senso le cose non lo abbiano davvero. E mi sembra che due giorni in cui mi sono divertita molto con i miei amici, svaniscano se confrontati con il senso di solitudine che una persona può provare.
Sì. Giuly... Siamo soli.
Anche se mi sento pronta ad aprirmi alla gente, qualcosa dentro me mi lascia in "attesa".
E così ricorro ai miei piccoli e radicati stratagemmi per difendermi. Perchè in fondo la mia è solo invidia per cose che desidero, ma che non ho il coraggio di fare.
Vedi ad esempio venerdì e sabato sera, ballare sui tavoli. Vedi ad esempio, provare a scambiare qualche parola con il cameriere che continuava a gironzolare attorno al mio tavolo, non so se per me -qui forse pecco di presunzione- ma l'ho pensato, dato che ero l'unica seduta a quel tavolo.
Come Giulia, voglio.
Voglio non dovermi nascondere dietro ad un dito per avere il permesso dalla mia mente di fare qualcosa. Voglio avere il coraggio di buttarmi. Voglio riuscire a fregarmene dei continui condizionamenti della mia vita. Voglio pensare che Giulia questa volta si sbaglia, e che i miei cambiamenti possono durare, anche se dentro me a volte sento una mancanza, una "fame" di qualcosa che non riconosco, di qualcosa che non riesco a decifrare nonostante tutto il mio impegno.
Voglio avere il coraggio di dire che anche io ho bisogno di qualcuno. Che a volte preferirei che qualcuno mi abbracciasse a sorpresa, vincendo la mia fredda resistenza. Voglio che qualcuno finalmente mi capisca per come sono, che non mi giudichi troppo suscettibile, che non mi assecondi nelle mie giravolte mentali, che mi stupisca, che mi colpisca.
Mi sento diversa. Impegnata a mettere in sesto quella parte di me, quell'esterno che non ho mai apprezzato. Ma forse sto perdendo qualcosa del mio dentro. A volte mi sento fredda, glaciale, un piccolo ice-berg che vaga per i corridoi dell'università, che non incrocia lo sguardo di nessuno, per la paura di essere letta come un codice a barre che viene passato alla cassa.
E lo scrivo. Perchè non lo so dire.
"Tu, novità?" ed io rispondo sempre "No, tutto bene, grazie".
Perchè penso sia così. Magari avrei anche cose da dire, ma mai sinceramente convinta che ci possa essere qualcuno a cui interessano i miei pensieri, a volte magari fatti solo di ragionamenti che si possono disfare in due battute.
Sì, siamo soli. Tremendamente soli.
E poi vedo i miei, sul divano, che mentre guardiamo "I Cesaroni", si tengono vicini. E si cercano in un modo che mi rende fiera di loro. Ma che mi rattrista enormemente perchè mai potrò trovare qualcosa all'altezza di questo esempio.
E da qui la mia convinzione di non sposarmi. Forse è la solita fottuta paura di giocare la mia partita. Io al casinò perderei sempre. Non rischio mai. Preferisco tornare a a casa con i miei 10 euro non giocati, che rischiarli alla slot-machine.
Da qui la convinzione che, nonostante il mio impegno per riuscire a cambiare, io resterò sempre io.
Io resterò sempre quella che se la fa sotto al pensiero di camminare con le proprie gambe, che non sempre sarò protetta, che dovrò contare su di me, e che sentendomi così fragile, non crede di poter andare molto lontano.
Tutto intorno cresce e si evolve, ma io rimango io.
E' come qualcosa che dentro ti mangia pian pianino. Se sono occupata, non lo sento. Quando corro nemmeno. Quando corro è l'unico momento che mi sento forte. Mi sembra di essere migliore, di poter essere più "io".
Mi sembra di recuperare qualche pezzetto di me perso per strada, perso nel passato. Mi sembra di riuscire finalmente a prendere possesso di qualcosa che ho dimenticato.
Come se ammettere che io sono anche qualcos'altro, terrorizzi la mia mente. Come se, per recuparare, avesse bandito qualsiasi tendenda alla "non-rettitudine", come se privarmi di cose che mi possono divertire o fare semplicemente bene, mi rendano migliori allo scrutinio che la mia mente fa ogni tot...
Ecco... Ora mi sento svuotata... Come ogni volta che sento l'esigenza di mettere chiarezza tra i miei pensieri... Poi mi sgonfio come un palloncino, e non riesco a scrivere più nulla. i pensieri...swish...volatilizzati in un lampo. Qualcosa gira per la mente, ma non riesco a trattenerne nemmeno uno.
Rspondo alla canzone di Giulia, e le dedico questa canzone, perchè il suo amore sia sempre forte e cresca, ogni giorno.
P.S.: Basta chiamare... Ti ho detto mille volte, alza la cornetta...
Sergio Cammariere - L'amore non si spiega
Cosa non farò per farmi amare
Cosa non farò per dirti cheC
osa non farò per quest’amore
Per dirti cosa sei per me
Dormo ancora solo in questa stanza
Dove al buio i sogni vanno via
Resta solo il peso della mia
Malinconia
L’amore non si spiega
Fa girare il mondo e poi
Se non c’è diventa tutto inutile
Non puoi farne a meno mai
Nemmeno quando poi
Sarà solo silenzio e freddo tra di noi
E volando superando i monti
Verso cieli bianchi di libertà
E volando finchè tutto il mondo
Solamente un punto sembrerà
E ora cosa non farò per amare
Cosa non farò per te
Tu sola sei l’amore
Tu sola per me
Dimmi che vorrai stare al mio fianco
Dimmi che sarai solo per me
Dimmi che consolerai il mio pianto
Ed io vivrò solo per te
Dammi ancora solo un po’ di tempo
Giusto quanto basta perché poi
Torni ancora tutto come prima
Tra di noi
E volando superando i monti
Verso cieli bianchi di libertà
E volando finchè tutto il mondo
Solamente un punto sembrerà
E ora cosa non farò per amare
Cosa non farò per te
Stella del mio cuore
Splendi su di me
E ora cosa non farà per amare
Non mi chiedere perché
L’amore non si spiega
Tu sola sei per me

6 commenti:

Giulia ha detto...

Chiara Chiara...
che due che siamo...
grazie per la canzone, ha delle parole stupende.
Ci sono io con te, qualsiasi cosa farai, io ci sono.
ti voglio bene
Giulia

Unknown ha detto...

Vê un grum di vóis a nol é pecjât ansit, aé une cualitât.Cumó, cjale le voe ch'a é le plui fuarte e cîr di realizâ il tô plasê. Cuant ch'a tu varâs finît cun chel scomence cul secont e vie vie fint tal ûltim. L'ûltim? A no in d'é mai l'ûltim, al in d'é simpri un gnûf:-)
Duncje, plui a tu spietis e plui a tun varâs:-) Mandi

Carmen Beatles! ha detto...

bella questa canzone!!! e anche il tuo blog!!!

Luisia ha detto...

Io adoro le citazioni... ti lascio questa, è da una canzone dei Goo goo dolls - "Slide" :

"What you feel is what your are
and what you are is beautiful"

COSA PROVI E' QUELLO CHE SEI
E QUELLO CHE SEI E' BELLISSIMO

Rainwoman ha detto...

vi ringrazio per le belle cose che mi scrivete.....e l'effetto terapeutico per cuori ammaccati del blog, è fuori discussione =)

Adamo ha detto...

Come ti capisco....e' un periodaccio anche per me!!!!!Pero' dobbiam incrociare le dita e andare avanti che prima o poi il sole torna sempre!!!!